Questa mattina Vittorio Sgarbi, assessore alla Cultura del Comune di Urbino e Ambasciatore della Cultura della Regione Lombardia per l’Expo 2015, ha rassegnato, direttamente nelle mani del ministro Dario Franceschini, le sue dimissioni da Soprintendente ai beni artistici del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.
Sgarbi, dopo la conclusione del mandato di Soprintendente Speciale del Polo Museale di Venezia, era in aspettativa senza assegni; a lui si deve la riapertura di Palazzo Grimani con le mostre su Giorgione e Bosch, portando i visitatori giornalieri da 5 a 500.
Sgarbi ha consegnato a Franceschini una lettera il cui testo si riporta qui di seguito integralmente:
Caro Ministro,
non avrei mai pensato di arrivare a questo giorno. Sono stato, con convinzione e determinazione in atti, prima ispettore, poi direttore, poi soprintendente speciale del nostro ministero. Ne ho anche, con i poli museali, riformato le strutture. E non mi è ancora stato revocato l’incarico di consigliere del ministro, che ho esercitato anche con te.
In questi anni ho combattuto battaglie memorabili per la tutela del paesaggio e del patrimonio artistico, affiancando, consigliando e difendendo funzionari meritevoli di sostegno e contrastando pigri e ignavi. Mi sono
sentito sempre parte di quel ministero che da giovane ho visto nascere, mantenendomi, tra mille altri incarichi e mandati, in aspettativa senza assegni e ho rinunciato a tutte le opportunità di andare in quiescenza con relativo stipendio. Per restare simbolicamente in servizio, ho rinunciato a vent’anni di pensione.
Ora, mentre attendevo la nomina ad assessore alla cultura di Urbino, ho, con qualche logica evitato di presentarmi al mio ufficio per comunicare che non avrei ripreso servizio attivo continuando la mia aspettativa
senza assegni, disponibile, come ho sempre fatto anche con il nucleo tutela patrimonio artistico dei Carabinieri che oggi ha completamente perduto la sua efficienza, a prestare la mia collaborazione a titolo gratuito, una
commissione ministeriale applica sanzioni alla mia inottemperanza non onerosa, meditando il mio licenziamento di assenza senza frutto. Trovo così stridente e offensivo questo atteggiamento che, per non subire l’insulto di un tale assurdo provvedimento, sono costretto a dimettermi, a malincuore, piegato da un formalismo burocratico che ignora anche i suggerimenti e i contributi che tu stesso hai accolto.

Con amarezza rinuncio a quel “velo del cuore” che ho sempre portato con fedeltà e convinzione. Quante volte osservando che il degrado del patrimonio, dolorosamente verificato e denunciato, è determinato da ottusa
burocrazia e da mancanza di amore! La prima vi travolgerà. L’amore non posso cancellarlo, ma sarà armato. E i nemici dell’arte, e della sua promozione e consapevolezza, per cui io ho tanto fatto, ce li hai in casa, e non potrai licenziarli come meriterebbero.
Io, che non lo merito, e che ho servito lo Stato attivamente, gratuitamente e disinteressatamente, mi licenzio.
Con i miei auguri.
Vittorio Sgarbi

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