“Con l’integrazione della chirurgia generale si chiude la riorganizzazione ospedaliera: conclusa l’integrazione dell’area medica e conclusa l’integrazione delle chirurgie specialistiche (otorino, oculistica, urologia e ortopedia) con equipe uniche e attività differenziate su tre stabilimenti ospedalieri. Ora si parte con la chirurgia generale”. A dare l’annuncio il direttore generale di Marche Nord Aldo Ricci.
Dal 15 dicembre le urgenze e la chirurgia maggiore verranno centralizzate a Pesaro, mentre tutta l’attività di Day Surgery, la chirurgia della mammella e quella pediatrica, la chirurgia di superficie come l’ernia o le varici, verranno effettuate a Fano. “Concentrare in un unico presidio le urgenze – spiega il Direttore sanitario Maria Teresa Montella -, significa ridurre le variabili, aumentare la competenza e dare certezza dei servizi necessari come, ad esempio, la radiologia interventistica, presente al San Salvatore e storicamente assente al Santa Croce. Non ci siamo inventati nulla – continua – , abbiamo solo applicato le pratiche migliori. Perché le urgenze, in un mondo civile, si svolgono in un solo luogo”.
Così dal 15 dicembre tutte le urgenze emergenze verranno trattate a Pesaro, mentre Fano acquisirà tutta la chirurgia breve, di superficie come la mammella, l’ernia o le varici, e la chirurgia pediatrica “aumentando la casistica – conclude il direttore sanitario -. Inoltre a Fano ci sarà un chirurgo generale h 24”.
Al direttore della Chirurgia Generale di Marche Nord, Costantino Zingaretti, il compito di entrare nel dettaglio della riorganizzazione. Prima di farlo parte da un assioma: “L’accordo Stato Regioni e il Piano nazionale esiti sono la vera riforma sanitaria con la quale ogni struttura ospedaliera, per essere considerata tale, dove confrontarsi. Tanto per dare una idea, secondo le linee guida il Trauma center dovrebbe esistere con 4 milioni di abitanti. Se contestualizziamo i numeri sulla realtà locale, dobbiamo ricordare che la provincia di Pesaro ha circa 350 mila abitanti e la regione Marche 1 milione e 500 mila. Ad ogni singola struttura viene chiesto quanti interventi fa, come li fa e come sono andati a finire. Un esempio: un paziente con il cancro al retto deve essere operato in una struttura che ne fa 30 l’anno o in una struttura che ne fa 3 ogni anno? La risposta per garantire la sicurezza del paziente mi sembra evidente. La nostra provincia e regione è tempestata da strutture con la scritta fuori ospedale, ma nella realtà non possono garantire la cura degli acuti. Sono umbro e non ho interessi a Pesaro o Fano. Sono un professionista che deve essere giudicato per quello che ha fatto e non per quello che racconta. E la riorganizzazione è proprio basata sull’analisi del lavoro della Chirurgie. Non è una analisi sugli ultimi 5 mesi di attività, ma sugli ultimi 5 anni. A volte i numeri vengono ‘stirati’ ma un esperto li sa leggere. La riduzione fisiologica degli interventi in questo periodo di ferie (nessuno vuole essere operato il 24 dicembre o il 31 dicembre) ci ha consentito di partire con la riorganizzazione e già da ieri Pesaro si fa carico delle urgenze con una attività ambulatoriale sempre aperta. A regime l’organizzazione prevede 8 sedute operatorie a Pesaro, di cui una fino a sera, e due sedute di chirurgia ambulatoriale. A Fano da cinque sedute operatorie passeremo a 7, con chirurgia di superficie e chirurgia mammaria. Proprio la chirurgia mammaria avrà sedute dedicate, senza attesa, con percorsi protetti e tre professionisti con competenze anche di chirurgia plastica. Una riorganizzazione che andrà ad aumentare la produttività chirurgica anche per smaltire l’attività programmata”. Zingaretti fa anche un appello: “Visto lo scenario nazionale e regionale, con le elezioni a maggio, e il contesto locale inchiodato sul luogo dove costruire l’ospedale unico, vorrei che si evitassero strumentalizzazioni: non si può cambiare la storia o tornare indietro sui numeri. I dati parlano chiaro”.
Torna a parlare il direttore sanitario: “Come abbiamo già fatto durante la riorganizzazione dell’ortopedia, ci sarà un monitoraggio continuo e quotidiano delle attività per trovare eventuali soluzioni correttive. Per quanto riguarda l’Ortopedia già ora le fratture di femore vengono operate nelle 48 ore con un notevole vantaggio per i pazienti: i tempi di recupero sono migliori e il carico sui familiari si riduce”.
Ancora numeri: “Oltre 1.200 interventi programmati verranno trasferiti da Pesaro al Santa Croce mentre la centralizzazione delle urgenze da Fano a Pesaro riguarda circa 200-300 interventi”. Incalza Zingaretti: “Fino a ieri a Fano, a fare la guardia, poteva esserci un chirurgo oculista, urologo o otorino. Oggi non è così: il paziente avrà subito un chirurgo generale h24 che lo valuta e stabilisce il trattamento. Il tempo di intervento non solo si dimezza, ma si riduce di 1/3”.
Zingaretti chiude con una richiesta che la Direzione generale accetta: “Entro febbraio o marzo dobbiamo aprire 10 posti letto di terapia intensiva post operatoria, che non è Rianimazione, con una assistenza infermieristica e medica di tipo intensivo. ”.
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