Dalla Commissione speciale di studio della Ferrovia Fano-Urbino si alza una voce unanime che chiede la revoca della dismissione della tratta. L’appello si rivolge in particolare al Consiglio regionale delle Marche, che martedì dovrà votare la mozione presentata dai Verdi in cui si chiede alla Giunta regionale di impegnarsi attivamente con le Ferrovie dello Stato per revocare la dismissione della tratta.
La Commissione si è riunita insieme ai rappresentanti dell’Associazione Ferrovie Valle Metauro e di Legambiente, ai tecnici che hanno realizzato, in questi anni, degli studi sulla tratta per valutare le opportunità del ripristino e ai progettisti del bici-treno da Canavaccio a Urbino.
«La discussione su cosa fare della tratta – hanno concordato il sindaco di Urbino Maurizio Gambini e l’ingegner Giovanni Carboni di Fvm – se ripristinare il treno o impegnarla per un altro utilizzo è prematura. Il primo obiettivo da raggiungere è la revoca della dismissione, per questo rivolgiamo un appello unanime alla Regione affinché approvi la mozione presentata dai Verdi».
La tratta Fano-Urbino, che collegherebbe il traffico ferroviario dalla costa all’entroterra, è stata presentata da tutti come un’opportunità per il territorio, un volano per l’economia e il turismo e, allo stesso tempo, un servizio indispensabile per i cittadini locali e per gli studenti dell’Università degli Studi di Urbino, da anni in una situazione di isolamento. «Non dimentichiamo – ha precisato la presidente della Commissione Laura Scalbi – che Urbino ha perso l’occasione di diventare Capitale Europea della Cultura 2019 anche perché non ha una ferrovia».
Un altro punto su cui si deve focalizzare l’attenzione è evitare la frammentazione della tratta e anche in questo senso la Regione ha un ruolo di primo piano, perché potrebbe spingere le Ferrovie dello Stato a passarle la titolarità oppure, in alternativa, acquisirla per intero.
«Non è vero – ha puntualizzato Gambini – che la questione non è politica, la politica c’entra eccome e ora deve stare unita, insieme ai Comuni del territorio coinvolto, per ottenere la revoca della dismissione. Chiediamo alla Regione di assumersi la responsabilità di ascoltare le nostre istanze e di impegnarsi attivamente perché ci rappresenti come interlocutore nel dialogo con Roma. Una volta ottenuta la revoca possiamo ragionare su come utilizzare la ferrovia, facendo attenzione affinché i vari progetti non precludano la possibilità di riattivare il traffico ferroviario».
La conclusione del sindaco: «Non possiamo ragionare solo in termini di costi e ricavi, perché quanto realmente la ferrovia può restituire indietro al nostro territorio non è calcolato in modo preciso, basta pensare alle migliaia di abitanti che abbiamo perso da quando è stata dismessa. Lo Stato non può continuare a lasciare isolato il nostro territorio privandolo definitivamente di un’infrastruttura strategica per il nostro futuro».
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