Numerosi controlli a tappeto degli uomini dei Nuclei Investigativi di Polizia Ambientale e Forestale, in tutta la regione, hanno condotto al rinvenimento di oltre 10.000 kg di materiale ferroso e rifiuti pericolosi, tra cui cavi di rame, per un valore complessivo di oltre 10.000 euro in Provincia di Pesaro Urbino.
Il sequestro è stato condotto dai forestali del Comando provinciale di Pesaro, congiuntamente al personale delle stazioni di Cartoceto, Carpegna e Piobbico, i quali hanno colto in flagranza di reato un cittadino marocchino mentre scaricava abusivamente rottami provenienti da autoveicoli, presso una ditta di raccolta e gestione di rifiuti ferrosi sita a Monteporzio (PU).
Sequestrato il furgone utilizzato per le attività illecite e denunciato anche il titolare della ditta, presso la quale sono stati rinvenuti 1500 kg di cavi di rame, parti di motori ed elettrodomestici, acciaio e 500 kg di ottone, tutti di provenienza sconosciuta.
I reati contestati ai due soggetti, che hanno agito in concorso, vanno dalla ricettazione alla gestione e trasporto di rifiuti, con pene che prevedono fino ad otto anni di reclusione.
L’indagine, diretta dal Dr. Manfredi Palumbo, Procuratore Capo presso il Tribunale di Pesaro, ha consentito di accertare gravi anomalie nella gestione dei registri aziendali, in particolare non veniva indicata la provenienza dei materiali stoccati, compreso il rame, prezioso “oro rosso”, impropriamente identificato come rifiuto, ma in realtà pronto per essere immesso sul mercato a prezzi esorbitanti.
Questa indagine si inserisce nella vasta campagna che già da tempo è stata avviata dal Corpo forestale nelle Marche, finalizzata al contrasto della criminalità nel settore della gestione illecita dei rifiuti metallici e pericolosi, che alcune settimane fa ha portato a due ingenti sequestri anche in Provincia di Fermo.
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