Nel 2015 sono praticamente raddoppiate le cause legali contro la Regione Marche e le Province da parte dei cittadini che hanno avuto un incidente stradale a causa di un animale selvatico. A rivelarlo è la Coldiretti, in occasione della diffusione del nuovo rapporto Istat sui sinistri, con la sicurezza della rete viaria marchigiana sempre più minacciata dalla proliferazione incontrollata dei cinghiali, mentre continua l’ormai quotidiana devastazione dei campi coltivati. Secondo i dati della Regione Marche, il valore delle cause civili mosse davanti a un tribunale per danni subiti da animali selvatici è salito nel periodo gennaio-luglio 2015 alla cifra di 765mila euro, superando in pratica già a metà anno l’importo del 2014, quando il totale si era fermato a 623mila euro. Il conto ingloba tutte le richieste di risarcimento avanzate davanti al giudice, ma la parte relativa agli incidenti stradali è preponderante rispetto alle altre. I danni alle colture infatti, sottolinea Coldiretti, seguono abitualmente un iter non giudiziario, con le domande di indennizzo che vengono presentate agli uffici regionali per il pagamento e solo in casi di… esasperazione per eventuali ritardi arrivano davanti al giudice.  Dopo la proposta di legge presentata dalla Coldiretti per la gestione del fenomeno degli animali selvatici, a fine mese dovrebbe riunirsi il tavolo convocato dall’assessore regionale alla Caccia, Moreno Pieroni con l’obiettivo di avanzare alcune proposte concrete. Tra le varie questioni da risolvere, anche il problema burocratico del tetto degli aiuti che sta bloccando il pagamento degli indennizzi agli agricoltori dello scorso anno. “Per chi opera nelle aree montane e svantaggiate è a rischio la possibilità di poter proseguire l’attività agricola, ma anche di circolare sulle strade o nelle vicinanze dei centri abitati – denuncia il presidente della Coldiretti marche, Tommaso Di Sante –. Una situazione insostenibile che va avanti da troppo tempo e che deve essere affrontata e risolta una volta per tutte”. La proposta di legge della Coldiretti prevede tra le altre cose la possibilità per gli agricoltori di effettuare gli abbattimenti, una “zonizzazione” delle attività individuando a livello regionale una vera e propria mappatura di quelle aree e colture che necessitano di maggior tutela, il sostegno a forme di assicurazione. Ma si chiede anche il divieto della vendita della fauna selvatica al fine di evitare il proliferare di prodotto privo di qualsiasi garanzia di carattere sanitario.

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