Vittorio Sgarbi inaugura la mostra di Ilario Fioravanti e parla a ruota libera delle tradizioni, della cultura occidentale e scherza sulle origini della Bella principessa.

Dal 2 dicembre 2015 al 22 febbraio 2016 si tiene a Urbino, nelle Sale del Castellare di Palazzo Ducale, la mostra ILARIO FIORAVANTI “Gloria in excelsis Deo”, curata dall’architetto Marisa Zattini. Una rassegna dedicata ad un corposo nucleo di opere in terracotta policroma sul tema natalizio, voluta da Vittorio Sgarbi, Assessore alla Rivoluzione, Cultura e Agricoltura del Comune di Urbino. La città rende così omaggio ad uno dei più originali protagonisti della scultura italiana del XX secolo.

Filo conduttore di questo evento è il tema, sempre rinnovato, del Natale. Quell’Annuncio che risuona nella profondità del Tempo e perennemente riecheggia, nonostante tutto e tutti.

Il Fioravanti in modo poetico e inconfondibile ha saputo, nell’arco di una vita, reinterpretare questo tema declinandolo fra annunciazioni, presepi, angeli, pastori, re magi, piatti istoriati, ciotole ad ingobbio, frammenti di affreschi, disegni e appunti tratti dagli inediti diari. Un tema cardine del quale possiamo fare perenne memoria. «Da quando ho cominciato a lavorare, durante il periodo natalizio, ho iniziato una serie di incisioni… e ora continuo, anche con altri manufatti, questo tema… un momento di gioia da donare agli altri… un dono».

ILARIO FIORAVANTI (Cesena 1922-Savignano sul Rubicone 2012) è uno dei più interessanti protagonisti dell’Arte Italiana. Fin da giovanissimo, prima con il disegno poi attraverso l’incisione e la scultura, si avvicina alle arti figurative. Nel 1949 si laurea in architettura a Firenze. La professione di architetto non lo distacca tuttavia da una necessità “organica” di testimoniare ogni sua emozione ed esperienza attraverso il disegno. Negli anni Sessanta ritorna alla scultura realizzando una serie di ritratti. Negli anni Settanta-Ottanta Fioravanti si appassiona alle espressioni artistiche arcaiche. Guarda con molto interesse l’arte egizia, le terrecotte della civiltà mesoamericana, le sculture nuragiche, l’arte etrusca e quella africana. Ha esposto in numerose città italiane, fra le quali segnaliamo: Cesena, Milano, Longiano, Matera, Sogliano al Rubicone, Rimini. A Spoleto e Potenza è stato presentato in una ricognizione curata da Vittorio Sgarbi. La sua più ampia monografica (con oltre 120 opere), curata dal direttore dei Musei Vaticani Antonio Paolucci e dall’architetto Marisa Zattini, risale al 2008, per la città di Cesena. Giovanni Testori va ricordato come il suo mentore più accreditato.
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