Le Marche proseguono nel loro impegno per impedire nuove trivellazioni in Adriatico e per riaffermare la pari dignità istituzionale nelle scelte che riguardano i territori.
Andrea Biancani, Presidente della Commissione Ambiente della Regione ha firmato oggi a Roma, per conto della regione Marche, la procura per sollevare il conflitto di attribuzione in Corte Costituzionale per i quesiti referendari sulle trivellazioni in Adriatico.
Biancani è infatti il consigliere regionale delegato, vice e Sandro Bisonni, a rappresentare la Regione Marche nel procedimento dopo la decisione, presa dall’Assemblea legislativa, di presentare lo scorso settembre i quesiti referendari.
Accanto alle Marche altre cinque Regioni hanno provveduto a farlo: Basilicata, Veneto, Puglia, Liguria e Sardegna.
Il procedimento si è reso necessario per la mancata considerazione da parte della Corte di Cassazione della richiesta, formulata dalle Regioni, di un controllo di costituzionalità preventivo sulle modifiche apportate dalla legge di stabilità.
Ricordiamo che la Corte di Cassazione, dopo l’approvazione della legge, ha ammesso un solo referendum, trai sei presentati, quello relativo al divieto di ricerca entro le 12 miglia.
Va evidenziato inoltre che con lo sblocca Italia è stata abrogata l’esistenza del piano delle aree, facendo venire meno ogni forma di programmazione e di razionalizzazione dell’azione pubblica in materia di idrocarburi che tocca trasversalmente le pretese costituzionali delle Regioni e degli enti territoriali minori relativamente al governo dei territori.
“Una competenza cui non possiamo rinunciare – ha detto Biancani. Con questo nuovo procedimento si intende trasferire alla Corte Costituzionale la stessa richiesta attraverso la sollevazione di un conflitto di attribuzione allo Stato. Un percorso corretto e necessario che non impedirà al Governo e al Parlamento di modificare le leggi e accogliere le richieste formulate dalle Regioni.”
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