Ancona ospita per la prima volta un congresso medico-scientifico di rilevanza internazionale in materia di ictus. Mastrovincenzo: “Lavorare sulla prevenzione e su percorsi di cura integrati per migliorare i servizi”. Leonardi: ”Investire nella qualità del sistema per risposte efficaci a questa patologia”. “Lavorare sulla rete e sulla prevenzione per migliorare i servizi, rendendoli più efficienti, e per abbattere i costi di spesa legati alla patologia”. Questo il percorso da seguire nelle scelte di politica sanitaria sull'ictus secondo il presidente del Consiglio regionale, Antonio Mastrovincenzo, che questa mattina è intervenuto al congresso “Update Ictus”, il primo a carattere medico-scientifico di rilevanza internazionale sulla materia organizzato ad Ancona, alla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’;Università Politecnica delle Marche. Presidente del congresso e responsabile scientifico, Pietro Paolo Martorano, della SOSD Neuroanestesia e TIPO – Dipartimento delle Emergenze Ospedali Riuniti Ancona. Il convegno è stato aperto dal direttore generale dell'azienda ospedaliera “Ospedali Riuniti” di Ancona, Michele Caporossi, dal presidente del Consiglio regionale e dall'onorevole Piergiorgio Carrescia. E’; intervenuta anche la vice presidente della Commissione consiliare Sanità, Elena Leonardi. La giornata ha focalizzato l’attenzione sull’importanza di un sistema integrato di assistenza che va dalla corretta informazione, alla prevenzione, ai più moderni approcci terapeutici, seguito da percorsi di riabilitazione e supporto sociale. “Non partiamo da zero – ha detto Mastrovincenzo – La Regione Marche, infatti, si è impegnata già da tempo a costituire le stroke unit, strutture poi costituite sul territorio e caratterizzate da un buon livello di efficienza, grazie anche al sistema sanitario marchigiano che è stato in grado di portare a dialogare e cooperare le diverse strutture, per creare una rete integrata fondata sul senso di responsabilità e su un elevato grado di collaborazione dei singoli soggetti”. “Occorre a questo punto – ha continuato il presidente del Consiglio regionale – potenziare la fase preventiva e informativa sull'ictus, coinvolgendo sia la popolazione in generale che i soggetti con predisposizioni per la patologia, senza escludere i familiari del paziente, sopratutto nella prima fase dello stroke”. Lo scorso anno un decreto ministeriale ha definito un nuovo modello di intervento, prevedendo una rete operante sul territorio con unità stroke di primo e secondo livello. “L’obiettivo – ha affermato Mastrovincenzo – è realizzare questo secondo livello. L’Assemblea Legislativa ha recentemente votato ed approvato una risoluzione in cui si impegna la Giunta, ad attuare la rete stroke così come definita dal decreto ministeriale, favorendo la cultura del “Percorso Ictus Integrato”, che a partire dall’ambito sanitario informi, sensibilizzi, stimoli e coinvolga tutto il contesto socio-sanitario, ospedaliero e territoriale attorno al cittadino/paziente, e poi investendo sulla prevenzione”. “Ho voluto portare oggi – ha detto a questo proposito la vice presidente della Commissione consiliare Sanità, Elena Leonardi – un contributo dalla doppia natura umana e politica. Attraverso al prima ed il racconto di un caso reale ho spiegato le ragioni del mio impegno in aula con la presentazione di una mozione per far sì che la Giunta investa nella qualità del sistema, migliorando l'efficienza del servizio attraverso l’attivazione di una rete clinica regionale dedicata al trattamento dell’ictus. Da quell’atto è scaturita una risoluzione a firma congiunta approvata all’;unanimità dall’aula a rafforzare la volontà condivisa di un impegno”. “Si tratta di un percorso – ha concluso Mastrovincenzo – che non può certo considerarsi a costo zero, aspetto da tenere conto in materia di politica sanitaria sempre più condizionata dai tagli di spesa, ma i maggiori costi per la formazione di tutte le figure professionali, per l’informazione dei cittadini, e per una maggiore necessità di risorse umane, ritengo possa essere bilanciato da un netto risparmio determinato dalla minore necessità di assistenza domiciliare infermieristica post-ictus, da minori ripercussioni psicologiche, e dai pazienti stessi che ritornano autosufficienti o in grado di tornare al lavoro”. Per le modalità di insorgenza e la rapida evoluzione, l’ictus è classificato come una delle patologie tempodipendenti, in cui l’evitabile ritardo d’intervento costituisce l’elemento fondamentale da considerare per l’efficienza del processo e l’esito clinico. Attualmente l’ictus assorbe circa il 3% delle spese sanitarie annue, gran parte delle quali determinate dai costi per il percorso riabilitativo e per la lungodegenza. Nei Paesi industrializzati l’ictus cerebrale rappresenta, per le sue dimensioni epidemiologiche e per il suo impatto socioeconomico, una delle più importanti problematiche sanitarie, costituendo la prima causa di invalidità permanente e la seconda causa di demenza; in Italia costituisce la terza causa di morte dopo le malattie cardiovascolari e le neoplasie (10-12% di tutti i decessi/anno). (s.g.) Ancona, 22 aprile 2016
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