Un evento importante nella storia della danza contemporanea, Uccidiamo il chiaro di luna di Silvana Barbarini,rivive in Uccidiamo il chiaro di luna (1997-2015). Danze, voci, suoni del Futurismo italiano
per il progetto RIC.CI Reconstruction Italian Contemporary Choreography Anni Ottanta/Novanta ideato da Marinella Guatterini, in scena martedì 10 maggio al Teatro Sanzio di Urbino per TeatrOltre, un palcoscenico per i linguaggi più innovativi della scena giunto alla dodicesima edizione su iniziativa del Comune di Urbino conAMATe il contributo diRegione MarcheeMinistero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Il risultato è un sorprendente incontro di gesto, poesia e musica, grazie anche al direttore del coro Emanuele De Checchi e alla fresca e precisa interpretazione degli allievi danzatori del Corso Teatrodanza Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi.
“Le danze di Uccidiamo il chiaro di luna di Silvana Barbarini – scrive Marinella Guatterini nelle note allo spettacolo – decollarono alla Scuola Paolo Grassi, nel 1997. Silvana era stata allieva dell’unica danzatrice futurista, Giannina Censi, scoperta da Filippo Tommaso Marinetti, quando, appena sedicenne, danzava i versi del poeta comasco Escodamè e del “parolibero” Gioia e nel 1931 la Sinfonia aerea del compositore Pick Mangiagalli. In lei Marinetti intravvide subito l’ideale corpo della sua Danza dell’aviatrice: la Censi si esibì in un alluminico costume “balneare futurista”, firmato da Enrico Prampolini, mentre, dietro le quinte Marinetti declamava il suo A mille metri su Adrianopoli bombardata e Serie di seconde parti di immagini aviatorie. Fu uno shock per il pubblico e per la critica: entrambi reagirono lanciando ortaggi e improperi, e l’aerodanza, idea originalissima del Futurismo, non ebbe seguito se non nel 1979 allorché la Barbarini, con Alessandra Manari (altra giovanissima allieva della Censi) decisero di ricomporre liberamente l’esperienza della loro insegnate, e sotto i suoi occhi vigili. Nacque un evento importate nella storia della danza contemporanea italiana: Siio Vlummia Torrente. Da allora una serie di nuovi spettacoli neofuturisti, ispirati a materiali storici di poeti, artisti visivi e musicisti del movimento marinettiano, furono allestiti ancora dalla Barbarini. Solo alla Scuola Paolo Grassi, tuttavia, e su nostra indicazione, la danzatrice-coreografa osò impegnarsi nella ricostruzione non filologica delle tre danze del Manifesto futurista della danza (La danza dello Schrapnel, della Mitragliatrice e dell’Aviatrice). L’esperienza rivelò, all’epoca, aspetti ignorati, in genere, dalla didattica italiana quali l’impiego di un’energia discontinua, crescente e decrescente, contratta e decontratta in intervalli di tempo molecolari e la valorizzazione del microgesto e di una microdinamica, mai fine a se stessa ma alla eventuale ricomposizione di un universo di senso e di poesia ove il gioco e l’ironia siano veicoli creativi oltre che espressivi. Oggi riproposto, perché parte del cospicuo bagaglio di creazioni e progetti non convenzionali del Corso di Teatrodanza e della Scuola Paolo Grassi, Uccidiamo il chiaro di luna avrà una nuova vita (nel 1997 fu ospitato in molte città e altrettanti festival italiani) e ha già nuovi interpreti, per questo è, in parte, cambiato proiettandosi sempre, con rigenerata e fresca vivacità, nel futuro”.
Le musiche sono di Aldo Giuntini, Filippo Tommaso Marinetti, Alexander Mosolov, André Laporte, Francesco Casavola. La produzione dello spettacolo è di Fondazione Milano-Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi in collaborazione con AMAT – Associazione Marchigiana Attività Teatrali, TPP – Teatro Pubblico Pugliese, Fondazione Fabbrica Europa per le Arti contemporanee, Fondazione Ravenna Manifestazioni, Fondazione Teatro Comunale di Ferrara “Claudio Abbado”, Torinodanza festival / Teatro Stabile di Torino, Teatro Nazionale Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale, Rassegna Evoluzioni e Prospettiva Danza Teatro.
Per informazioni: biglietteria Teatro Sanzio 0722 2281. Inizio spettacolo ore 21.
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