E’ ancora presto per tracciare l’andamento dei saldi invernali, ma Confesercenti ha già avviato una prima ricognizione tra i negozi della provincia con l’obiettivo di tastare il polso della situazione. Secondo i dati raccolti, per il 50% delle attività intervistate la partenza delle vendite di fine stagione è stata positiva, ha rispettato le aspettative ed ha confermato il trend già registrato nel 2016. L’altro 50% dei commercianti interpellati, invece, ha evidenziato una partenza in calo rispetto allo scorso anno, sottolineando, in alcuni casi, una scarsa affluenza di persone nelle vie cittadine, forse determinata dalle basse temperature di questi giorni o dall’ultimo ponte festivo. Dati contrastanti, quindi, che, se pur ancora del tutto variabili, disegnano un quadro di grande incertezza.
La percentuale di sconto applicata finora si attesta sul 30% con un rapporto qualità/prezzo, trattandosi di prodotti dell’ultima stagione, davvero interessante.
La maggior parte degli operatori ha ribadito che mantenere il periodo dei saldi tanto a ridosso delle feste natalizie, praticamente a stagione appena iniziata, comporta grandi problematiche. Infatti i clienti ritardano l’acquisto o chiedono lo sconto anche prima della partenza dei saldi. I più sollecitano uno slittamento della data d’inizio almeno a fine gennaio. Per altri si tratta di fare di necessità virtù e adottare nuove strategie di vendita e politiche dei prezzi (sconti per i clienti “fedeli”, progressivo aumento delle percentuali di sconto) che facciano mantenere il giusto valore aggiunto.
“Su questo punto –commenta il direttore provinciale di Confesercenti Roberto Borgiani- va detto che l’anticipo dei saldi, concordato a livello nazionale in sede di Conferenza Stato Regioni, è il frutto di un compromesso fra chi, come la regione Marche e la Confesercenti hanno difeso la pratica dei saldi, e chi pretendeva (vedi le Grande Distribuzione Organizzata) una completa liberalizzazione del sistema. Pur con tutti i loro limiti, noi crediamo che i saldi vadano mantenuti perché costituiscono ancora un’opportunità ed una necessaria boccata di ossigeno per il commercio, alla quale non possiamo permetterci di rinunciare”.
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