FANO – Continua l’attività della Polizia di Stato con riferimento alla difesa delle categorie sociali più deboli, particolarmente attenzionate dal Questore di Pesaro e Urbino. Il personale della Polizia di Stato del Commissariato di P.S. di Fano, a seguito di una intensa attività d’indagine, ha fatto luce su un grave caso di truffa a danno di una anziana persona. La vittima è un fanese 75enne, mentre le truffatrici sono due donne, la prima originaria della Campania 59enne, la seconda una fanese di 41 anni, entrambe conosciute dalle Forze di Polizia per reati di truffa, sempre a danno di anziani uomini. A seguito della denuncia dell’uomo, gli agenti del Commissariato fanese, coordinati dal dirigente dott. Stefano Seretti, si sono messi sulle tracce delle due donne, facendo emergere una pesante situazione a danno dell’anziano che per circa due anni, mediante innumerevoli prelievi in banca che variavano dai 100 ai 500 euro, aveva ceduto alle due donne una somma in contanti per un totale di circa 70.000 euro. Con abili manovre tese a carpirne la fiducia, la 59enne iniziava ad avvicinare l’uomo, vedovo, appena usciva dalla propria abitazione per poi diventarne amica, anche ricorrendo ad alcune prestazioni sessuali. Successivamente, entrati oramai in confidenza, sono iniziate le richieste di denaro da parte della donna convincendo l’anziano che sarebbero servite per pagare delle spese di riscossione di una grossa eredità, con la promessa che all’incasso di quest’ultima avrebbe restituito alla vittima quanto percepito maggiorato degli interessi.
Per diversi mesi l’uomo, completamente plagiato, cedeva alle continue richieste ma, passato il tempo e iniziando a nutrire sempre più dubbi, cominciava a chiedere spiegazioni alla donna. Questa, con ulteriore abile e truffaldina strategia, con una scusa si dileguava definitivamente, mantenendo però un utile contatto telefonico con la vittima e facendosi sostituire dalla complice, la 41enne che continuava nella continua richiesta di soldi per conto della prima. La seconda donna, oltremodo, rafforzava l’inganno rendendolo ancor più credibile agli occhi dell’anziano, con sapienti e puntuali interventi telefonici di una fantomatica avvocatessa di Pesaro che irrobustiva, quindi, in modo qualificato, il convincimento della vittima della bontà dell’operazione riguardante l’eredità. L’attività truffaldina proseguiva, in tal modo, ancora per diversi mesi sino a che il figlio dell’anziano, notando il padre sempre più depresso e in difficoltà, lo convinceva a recarsi in Commissariato per denunciare quanto stava accadendo. Al termine dell’attività investigativa, gli agenti del Commissariato fanese hanno denunciato a piede libero all’Autorità Giudiziaria pesarese le due donne.
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