Il sindaco: anticipato il disegno nazionale, l’operazione porterà più forza
PESARO – «E’ una riforma: nel medio periodo l’operazione porterà più forza, efficacia, efficienza». Lo dice Matteo Ricci in consiglio comunale, intervenendo sull’Unione a sette. Sulla genesi dell’operazione: «Abbiamo lanciato l’idea di costruire una collaborazione stabile con i Comuni più vicini a Pesaro. Nessuno ci ha creduto: si è parlato di annunci o trovate di marketing. Da subito, invece, abbiamo costruito un percorso con i Comuni del San Bartolo. Anche perché gli altri Comuni della Valle del Foglia avevano già una loro esperienza amministrativa. E all’inizio non erano propensi all’Unione con una città più grande». Così, ricorda, «siamo partiti con chi ci è stato, ma il nostro obiettivo era costruire l’Unione con il nostro bacino omogeneo». Per il sindaco, si tratta di quello che nascerà con Vallefoglia, Gradara, Gabicce Mare, Montelabbate, Tavullia, Mombaroccio: «Lo dice la storia. E’ così sul lato socio-economico, morfologico e dei servizi. Quando citiamo le aziende principali del territorio ci riferiamo a realtà di Montelabbate, della Valle del Foglia. Non del Comune di Pesaro, ma appartenenti da sempre al distretto pesarese. Tra l’altro, da anni condividiamo l’ambito sociale. Una delle esperienze amministrative che funziona meglio. A che altro bacino territoriale dovremmo rivolgerci? La novità è che c’è un Comune capoluogo di provincia che fa l’Unione. E’ questa l’innovazione». Secondo Ricci, «il tema dell’aggregazione non riguarda solo i piccoli Comuni. Sarebbe un errore crederlo. Abbiamo anticipato il ridisegno nazionale, perché come Anci stiamo lavorando con governo e parlamento al nuovo testo. Basato sul criterio del bacino ottimale. Mettere insieme solo per modelli demografici – prosegue – non crea efficacia né efficienza. Si rischia di aggregare cose che non hanno senso. Le Unioni che hanno funzionato meglio, invece, sono quelle con un Comune più grande. Che fa da pivot. Quindi: «L’obiettivo della nuova norma è mettere insieme ameno tre funzioni. Chi vorrà potrà poi conferirne di più: su questo, l’Anci chiederà ulteriori incentivi». L’inciso: «Giochiamo d’anticipo sulla discussione nazionale perché abbiamo una strategia. Ho ascoltato le critiche, ma non ho capito quali sarebbero le alternative. Se non rimanere da soli e fare in modo che intorno a noi non ci sia nessuno. Ma se dobbiamo mettere un filo spinato nei nostri confini…». L’Unione a sette, nota il sindaco, «rafforza i Comuni. Ed è tanto più necessaria alla luce dello svuotamento delle Province. Considerato anche che siamo una realtà di confine». Non solo: «Con 140mila abitanti conteremo di più in sede regionale e nazionale. Non conviene a Pesaro nella fase iniziale? Abbiamo avuto i problemi più grandi per convincere i nostri dirigenti. Certo: nella fase iniziale peserà di più su di noi, si lavorerà di più. Ma in prospettiva avremo certamente più forza e peso. Lavoreremo insieme al di là delle funzioni». Il riassetto di governance, evidenzia Ricci, «dà seguito amministrativo, peraltro, alla visione di De Sabbata: già negli anni Sessanta lanciò il Piano regolatore intercomunale. Senza quello strumento, non ci sarebbe stata la zona industriale a Chiusa di Ginestreto. Se a quei tempi si fosse voluto fare tutto a Pesaro, avremmo avuto una città piena di aree industriali. Senza i quartieri che abbiamo». La replica alle osservazioni: «I costi iniziali sono quasi tutti coperti dai contributi in arrivo. Per chi sta a Case Badioli cambia molto se il vigile urbano arriva da Gabicce o da Pesaro? Non penso che il futuro della pubblica amministrazione sia rinchiudersi dentro i confini comunali. Dentro l’Unione a sette ci sono amministrazioni che non hanno lo stesso colore politico. E questo smonta in generale le critiche: al di là delle appartenenze, tutti i Comuni pensano che sia un disegno utile al territorio. Spero che sia perseguito anche altrove: a Fano, con i Comuni limitrofi. Così come nelle aree interne».
(f.n.)
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