PESARO – Dopo l’approvazione, il 29 marzo scorso, del Piano preliminare provinciale dei rifiuti, è stato firmato ieri pomeriggio in Provincia l’accordo di programma sulla gestione, trattamento e smaltimento dei rifiuti urbani indifferenziati. Nell’incontro, anche in risposta alle considerazioni del “Forum beni comuni”, si è fatto il punto sulla realizzazione dell’impianto di Trattamento meccanico biologico (previsto dalla normativa europea, nazionale e regionale localizzato dal piano della Regione Marche nella provincia di Pesaro e Urbino), che prevede il pre-trattamento del rifiuto urbano prima del suo smaltimento in discarica. “Nel Piano – ha evidenziato il presidente dell’Ata 1 e della Provincia Daniele Tagliolini – è stato sottolineato come l’impianto di Tmb consentirà di chiudere le discariche di Ca’ Asprete e Ca’ Lucio in 10 e 5 anni. Stiamo innalzando le percentuali di raccolta su tutto il territorio. E’ compito dell’Ata fare in modo che in tutti i Comuni si arrivi sopra il 65% come richiesto dalla normativa europea e nazionale. Purtroppo alcuni comuni sono rimasti indietro su questo obiettivo ed è normale che chi è in ritardo rispetto a questi percorsi virtuosi debba attivarsi velocemente per arrivare ai parametri richiesti”.
Quanto all’impianto di Tmb, è stato evidenziato che sarà totalmente al chiuso, realizzato all’interno di un capannone, in depressione e munito di bio-filtri per evitare qualsiasi odore verso l’esterno. Il funzionamento prevede un trattamento meccanico (separazione di eventuali metalli, triturazione del materiale, separazione delle due frazioni secca-organica) e un trattamento biologico (“biostabilizzazione” della quota residuale di frazione organica presente all’interno dell’indifferenziato, che consiste nell’accelerazione dei processi di digestione aerobica in ambiente chiuso e areato, con tempi di processo di circa 45 giorni, per poi inviare la frazione secca direttamente in discarica ed utilizzare quella “biostabilizzata” per ripristini ambientali e/o copertura della discarica.
“L’impianto – aggiunge Tagliolini – può trattare esclusivamente i rifiuti urbani indifferenziati residuali dalla raccolta differenziata. Non può trattare rifiuti speciali e potrà prevedere in futuro l’eventuale raffinazione della parte secca per la produzione del combustibile solido secondario (Css) per consentire l’addio alle discariche. Nel 2030, secondo l’Unione Europea, solo il 10% dei rifiuti potrà finire in discarica”
Quanto alla capacità di 100mila tonnellate, “è adeguata alla necessità di trattamento della frazione dei rifiuti urbani indifferenziati raccolti nei comuni della provincia di Pesaro e Urbino, che nel 2016 è stata di 80mila tonnellate. Va tenuto infatti conto della quantità di rifiuti raccolti nei vari periodi dell’anno, delle necessarie manutenzioni e fermo impianto e dell’esigenza di gestire i picchi estivi dovuti alla maggiore affluenza turistica”.
Riguardo alla tariffa rifiuti, “anche oggi il servizio è coperto dai cittadini, che nelle bollette sulla Tari (tassazione comunale) pagano anche la gestione delle discariche. Per il futuro tali bollette avranno un impatto variabile in base ai risultati della raccolta differenziata”.
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