Si tratta di J.K., di 33 anni e di K.H. di 34 anni, entrambi pregiudicati, senza fissa dimora, irregolari sul territorio nazionale e privi di occupazione. La vittima è invece un quarantenne egiziano che si arrangia con piccoli lavori saltuari ed è ospite di una struttura religiosa di accoglienza della città; la sua unica colpa è stata quella di aver pagato un caffè, sabato pomeriggio al bar della stazione ferroviaria, con una banconota di grosso taglio. L’apparente disponibilità economica non è passata però inosservata agli odierni arrestati che lo hanno seguito fin nei vicini bagni pubblici. Qui, lontani da occhi e telecamere indiscrete, uno dei due, approfittando della notevole sproporzione fisica, lo ha aggredito colpendolo con un pugno al volto così violento da atterrarlo; infatti i medici del locale ospedale gli hanno riscontrato un’estesa frattura delle ossa nasali con ben 25 giorni di prognosi. Nel frattempo, mentre il complice lo teneva bloccato a terra, l’energumeno gli ha sfilato il portamonete con qualche centinaio di euro che la vittima aveva da poco ricevuto dal datore di lavoro e che avrebbe voluto spedire alla famiglia in Egitto. Ricevuta la richiesta di intervento e raccolte le descrizioni dei due rapinatori, i carabinieri, prontamente intervenuti con 3 pattuglie, grazie all’approfondita conoscenza del variegato ambiente del microcrimine che gravita attorno alla stazione ferroviaria, hanno rapidamente intuito di chi poteva trattarsi. Infatti dopo brevi ricerche uno dei due possibili autori è stato fermato a poca distanza dalla stazione; con sé aveva anche una dose di eroina che si stava apprestando a consumare. Il nordafricano si è dichiarato ovviamente estraneo alla vicenda ma una volta condotto in caserma, il malcapitato lo ha riconosciuto senza alcun dubbio. E grazie ancora alla conoscenza del giro di amicizie di J.K., il giovane egiziano ha riconosciuto tra le foto segnaletiche anche K.H., volto ampiamente noto agli operanti per i suoi trascorsi giudiziari e per l’indole particolarmente violenta e rissosa. Il giovane, tra l’altro, era stato dimesso solo da alcuni giorni dal carcere di Modena (dove si trovava ristretto da marzo scorso per altri reati predatori) con l’obbligo di dimora a Fano e di non uscire da casa dopo le 9 di sera. I carabinieri operanti, oltre a non averlo trovato nell’abitazione dove aveva dichiarato di dimorare insieme alla fidanzata italiana, hanno anche accertato che in quell’abitazione abitano i nonni della fidanzata che non avevano dato alcun assenso ad ospitarlo perché a conoscenza dei suoi trascorsi. Dopo meno di 24 ore di ricerche, il giovane magrebino è stato rintracciato per le vie del centro storico fanese da un appuntato della locale stazione. Il solerte carabiniere, benché libero dal servizio ed in compagnia della famiglia, non ha esitato a richiedere rinforzi ed a pedinarlo finché i colleghi non lo hanno rintracciato e sottoposto a fermo di indiziato di delitto.
Messi di fronte alle loro responsabilità, entrambi hanno parzialmente ammesso l’aggressione.
Il movente di una così violenta aggressione per poche banconote sembra essere stato proprio il dover reperire denaro per acquistare droga pesante di cui entrambi fanno uso.
Espletate le formalità di rito i due improvvisati rapinatori sono stati tradotti nel carcere di Pesaro a disposizione della locale Procura della Repubblica.
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