Urbanistica, infrastrutture, investimenti. Sindaco a tutto tondo. Aree industriali e artigianali da ‘flessibilizzare’
PESARO – Urbanistica, infrastrutture, investimenti. «Uno sguardo sul futuro», dice Matteo Ricci in Confindustria. Riunendo amministratori, mondo delle imprese, sindacati e ordini professionali. «Pesaro 2030»: il sindaco mette sul tavolo i suoi dieci punti: «E’ un primo confronto con realtà istituzionali e socioeconomiche. Guardiamo avanti: dopo anni di grande recessione abbiamo rialzato la testa. Anche se non tralasciamo il lavoro sui problemi del presente, sulle esigenze quotidiane e sulle difficoltà. Che sono ancora tante». Anche per questo Ricci riepiloga su welfare e sociale: «La coesione si è mantenuta. Gran parte dei nostri sforzi sono andati lì. Abbiamo salvaguardato i servizi per i più deboli. Mantenendo le risorse per queste voci in parte corrente, senza aumentare le tasse. Anche con scelte drastiche». In parallelo, «è necessario ripensare il modello di sviluppo. Il mondo pre 2008 non tornerà più: lo sappiamo tutti». Così Ricci allarga il campo, ripercorre la stagione degli investimenti e torna sul suo cavallo di battaglia: «Il mio pallino è la qualità della crescita. Non saremo leader sulla quantità, ma abbiamo le caratteristiche per dire la nostra sul Bes. Che tra l’altro è entrato nella legge di bilancio. Siamo stati tra i primi a lavorarci. Vorrei che le scelte fossero guidate anche da questo».
DIECI PUNTI – Consumo del suolo: «In tutta la provincia abbiamo piani regolatori sovradimensionati. Lo dicono, in primis, i proprietari dei 150 ettari che già hanno chiesto al Comune la riconversione a destinazione agricola o verde. Stiamo andando avanti, l’ultima delibera è stata approvata ieri. Abbiamo rialzato la testa, ma non si potrà continuare a costruire come prima. Non lo sarà – rimarca – perché finalmente si è sviluppata una cultura ambientale nuova. E perché è economicamente insostenibile. Piuttosto va rafforzato ancora di più il tema delle ristrutturazioni. Il Comune – insiste – deve concentrarsi nella trasformazione di grandi aree urbane. La stiamo già facendo, vedi bando periferie su via dell’Acquedotto. Dove abbiamo ottenuto più di 11 milioni di risorse da Roma per la riqualificazione. Nel giro di due anni da retrobottega della città ad area opportunità». Sulla zona del San Salvatore: «Il nuovo ospedale si farà a Muraglia, è una scelta fatta. La sanità non si può fermare, ma cominciamo a metterci la testa. Per ripensare urbanisticamente questo spazio della città». L’idea del sindaco: «Le parti più nuove restino destinate ai servizi socio-sanitari territoriali. Magari con il raggruppamento degli ambulatori sparsi in città. La zona più vecchia va rivista, nel collegamento con il centro e l’area di via dell’Acquedotto. E’ il momento per lavorarci: tecnici, professionisti, amministratori, forze sociali. Non dobbiamo costruire di più, semmai un po’ di meno. Agendo con la trasformazione». Muraglia: «L’ospedale cambierà il quartiere: servizi, parcheggi, viabilità. Un tema su cui poco si è discusso».
LAVORI – Grandi contenitori: «A giorni partiranno i cantieri del vecchio palas e dell’ex tribuanle. E abbiamo ottenuto fondi europei nell’Iti con Fano e Gabicce per ristrutturare Palazzo Ricci: rafforzerà il cuore della città della musica». Sul resto: «L’ex Bramante è stato venduto dalla Provincia a Cassa depositi e prestiti. Che sta definendo il compratore e deve fare il piano di recupero. E’ un altro grande tema di trasformazione urbana». Non solo: «Abbiamo ottenuto 6 milioni e 100mila euro dal Demanio per la nuova questura all’ex intendenza di Finanza. Ci sono i soldi, si sta facendo il progetto esecutivo: altro recupero di un contenitore in disuso per anni». I nodi: «Su Villa Marina c’è uno sblocco: per anni l’Inps non poteva vendere per questioni giuridiche, ma solo affittare. Entro la fine dell’anno uscirà il bando di vendita. Che riapre possibilità». Ex carcere minorile: «Con la Provincia stiamo cercando una soluzione. Ma non possiamo lasciarlo così: nell’area è stato fatto un lavoro, quello che non è completato spetta al privato. La Provincia ha fatto il Centro per l’impiego, noi stiamo cercando di sistemare il centro storico: quella cosa va finita. E dobbiamo pensare a come trasformare la parte su piazzale Primo Maggio. E’ una comproprietà Provincia-Comune, ma si tratta di un contenitore strategico a cui va data una destinazione». Ancora: «Sul San Domenico abbiamo trovato le risorse con bando Inail: nei prossimi mesi potremo cominciare a ristrutturarlo. L’idea è il polo del food. Sul San Benedetto, invece, la soluzione non si è trovata. Per sistemarlo servono 40 milioni. E’ dell’Asur, la stima era di 18 milioni: sicuramente troppo alta. Con la Regione e Biancani stiamo cercando di ottenere una base d’asta in grado di stare nel mercato. Nel frattempo possiamo ragionare sugli interventi per pezzi, piuttosto che sull’intero contenitore».
‘FLESSIBILIZZARE’ – Aree industriali e artigianali: «Alcune oggi hanno poco senso. Faccio riferimento a via Milano, via Fermo e via Toscana. Ma anche all’area della Fiera. Economicamente ha una logica mantenere quella previsione? Ritengo di no». Per cui: «Una delle poche cose richieste, in questa fase, è il commerciale. Non vorrei individuare nuove aree commerciali in terreni non edificabili. Piuttosto serve ‘flessibilizzare’ le aree: destinazioni più flessibili, per trasformarle in futuro in base all’andamento delle economia e alle esigenze del mercato. Altrimenti lo strumento è troppo rigido. Orientare l’edilizia in quelle strutture piuttosto che su nuovi terreni. Che senso ha indicare ancora Chiusa di Ginestreto come area commerciale?». Va avanti con l’Unione dei Comuni: «Scelta strategica, Pesaro non può essere decontestualizzata dal territorio. Non possiamo pensare allo sviluppo urbanistico senza Vallefoglia». Ma Ricci introduce i rapporti con Fano («la relazione costruita di recente tra le giunte è fondamentale») e Urbino («specialmente su università, cultura e turismo. L’asse può crescere nel segno dell’Unesco»). Guardando anche a Bologna: «E’ il nostro aeroporto internazionale. Ed è il nodo dell’alta velocità. Con l’Emilia Romagna serve un rapporto strategico. Perché Terra di piloti e motori e Motor Valley non possono essere progetti comuni? Bisogna cambiare mentalità e lavorare con le regioni vicine». Sulle Marche: «Per noi l’aspetto regionale è determinante. Ritengo che le Marche siano troppo piccole. E che serva riprendere con forza il tema dell’unione, almeno con l’Umbria. Per accrescere la competitività. Anche la dimensione istituzionale è un elemento importante».
OPERE – Capitolo Autostrade: «Tra Fano e Pesaro abbiamo portato a casa 150 milioni di opere (il sindaco le indica sullo schermo, ndr). Per l’interquartieri di Muraglia è stato fatto il progetto esecutivo, stiamo lavorando con la Regione affinché partano prima possibile. Come impattano sullo sviluppo? Sarà una modernizzazione fortissima». Strade: «Alcune sono tornate all’Anas, è un dato importante. Come nel caso della Montelabbatese: per noi è una grande opportunità per rilanciare il tema della Pesaro-Urbino». Sulla Fano-Grosseto: «Quella che verrà finanziata non è la strada che avevamo in mente. Ma grazie al lavoro fatto dalla Regione si collegherà in maniera discreta verso la Toscana. Si completa un’incompiuta. Ma per noi, parallelamente, diventa fondamentale collegarsi alla Quadrilatero. Come ci raccorderemo all’Ancona-Perugia, specie nelle aree interne? O rafforziamo la Flaminia, oppure prendiamo la strada della Pedemontana per il collegamento alla Quadrilatero». Porto di Pesaro: «Intercettati tanti fondi negli anni su dragaggio e modernizzazione, bene il Cantiere Rossini sul refitting degli yacht. Coniugare il porto commerciale con la vocazione turistica. Ora manca il piano del porto: sono anni che viene rinviato ma va sicuramente fatto. E manca un’idea sull’ex consorzio agrario: proponeteci una cosa seria, smettiamola con cose che non stanno in piedi né urbanisticamente né economicamente. Facciamo cose equilibrate, stiamo coi piedi per terra. Così si trovano le soluzioni». Il sogno di Ricci è poi «collegare il porto con Baia Flaminia, attraverso un ponte ciclopedonale. Ma il porto di Pesaro, in genere, va legato a quello di Ancona. Il cui sviluppo è fondamentale anche per la nostra economia. Serve un ruolo dentro la strategia interregionale».
IL FUTURO – Aeroporti: «Lunga vita a quelli di Ancona e Rimini. Faremo di tutto per dare una mano alla Regione. Ma ritengo che contestualmente dobbiamo guardare sempre più a Bologna. E’ di sicuro hub internazionale e nodo strategico. E’ per questo che il rapporto è stato rafforzato. Anche in termini infrastrutturali». Chiude con la ferrovia: «Si è aperta un’opportunità che in passato pareva follia. Riparliamo con Fano in modo serio dell’arretramento perché il ministero delle Infrastrutture ha finanziato il potenziamento della Bologna-Bari. Diventerà media velocità, si sta definendo il progetto per sviluppare il sistema elettrico e tecnologico. Ma nel nostro tratto ci sono problemi. Così abbiamo preso con Fano la palla al balzo, riproponendo l’arretramento. Che dovrebbe passare vicino all’autostrada e, in gran parte, in galleria. Resta un progetto futuristico, ma c’è una finestra. E potremmo cogliere un’opportunità storica». Retroscena: «Due settimane fa ho incontrato il ministro Delrio. Gli ho spiegato che l’operazione potrebbe trasformare l’attuale sedime ferroviario, da dopo Cattolica a Fano, nella più grande ‘circonvallazione verde’ d’Italia. Una tratta dove fare passare solo trasporto pubblico elettrico e biciclette. Pensiamo a come cambierebbe la città. Magari con la stazione spostata: andrebbe presumibilmente vicino a Villa Fastiggi…». L’obiettivo del sindaco: «Se Goffi sarà bravo a fare mettere nero su bianco a Ferrovie che il potenziamento nel tracciato attuale, per loro, è impossibile, l’impegno che Delrio ha preso con me è firmare un accordo Stato- Regione-Comuni. Per indicare questa scelta strategica, prima della fine della legislatura. Dobbiamo approfittare adesso». Acqua e sistema idrico: «Passi avanti sul fiume Foglia, ma vanno sbloccate le risorse per le casse d’espansione. E non possiamo continuare ad avere un sistema idrico che si basa solo sulle acque di superfice». Turismo: «Stiamo facendo la nostra parte, adesso bisogna sistemare gli hotel. Agli incentivi nazionali abbiamo aggiunto quelli fortissimi sul livello locale per le ristrutturazioni. Contestualmente le ordinanze stanno producendo risultati». Manifattura: «C’è la partita dell’industria 4.0: dobbiamo aiutare le imprese locali a giocarsela al meglio». Infine: «Da oggi apriremo il confronto pubblico su Pesaro 2030: entro l’estate 2018 daremo una cornice a questi grandi punti. Poi penseremo agli strumenti».
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