Il dipendente Nucleo di polizia tributaria, in esecuzione di un provvedimento di sequestro preventivo funzionale alla confisca per equivalente, emesso dal G.I.P. del Tribunale di Pesaro, ha posto i sigilli all’abitazione e agli uffici, ubicati in uno storico complesso fanese, di proprietà di un imprenditore della stessa città.

L’imprenditore, titolare di numerose società operanti nel settore della pubblicità, dei call center, della ristorazione e della gestione di spiagge in Fano (PU) e Senigallia (AN), a maggio dello scorso anno era stato arrestato, nell’ambito dell’operazioneultima spiaggia condotta sempre dalla Guardia di Finanza di Pesaro, per il reato di bancarotta fraudolenta.

Era stato infatti accertato che il citato imprenditore aveva distratto dal patrimonio delle società fallite a lui riconducibili circa 6 milioni di euro e, per tali fatti, aveva deciso di patteggiare la pena di 3 anni di reclusione.

Tuttavia, le successive indagini hanno consentito, tra l’altro, di rilevare che una delle suddette società fallite aveva omesso sistematicamente di versare, nel corso degli anni, l’I.V.A. e le ritenute sulle imposte sui redditi, condotta questa integrante un altro reato di natura tributaria.

Pertanto, è stato richiesto ed ottenuto dall’A.G. l’emissione del decreto di sequestro per equivalente per un importo di euro 728.350,00, pari alle imposte dichiarate e non versate.

In sintesi, l’attività investigativa svolta della fiamme gialle pesaresi si è rivelata determinante per la dichiarazione di fallimento di un’ulteriore impresa individuale, la c.d. holding personale operativa. In tale contesto, è così emerso il ruolo dominante dell’imprenditore nell’ambito di un gruppo di società “regolarmente” depauperate per favorire l’arricchimento personale in danno dei terzi e dei lavoratori.

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