La Compagnia della Guardia di Finanza di Fano, nell’ambito di un’operazione di polizia giudiziaria denominata “Grandi Magazzini” condotta per l’accertamento di gravi reati (associazione per delinquere, dichiarazione fraudolenta mediante utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, omessa dichiarazione, emissione di fatture per operazioni inesistenti, con l’aggravante della transnazionalità del crimine), ha dato esecuzione a due decreti di sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente fino a concorrenza di un importo complessivo pari ad euro 15.253.383,00, disposti dall’Autorità Giudiziaria.
In particolare, le Fiamme Gialle hanno sequestrato 7.442.582,00 di euro giacenti presso conti correnti di banche siti in Italia e nella Repubblica di San Marino, tramite rogatoria internazionale attivata dalla Procura della Repubblica di Pesaro, nonché provviste, beni mobili, immobili, conti correnti e quote societarie per ulteriori 4.243.863,00 di euro. Alla luce di quanto sopra, le attività svolte hanno, pertanto, consentito di sottoporre a sequestro beni e disponibilità finanziarie per un valore effettivo di euro 11.686.445,00 su un totale complessivo di euro 15.253.383,00. I provvedimenti sono stati disposti e confermati, nel merito, dal Tribunale del Riesame su proposta della Procura della Repubblica all’esito dei ricorsi presentati dagli indagati. Le somme sequestrate sono riconducibili all’attività di un’associazione per delinquere, avente centro logistico ed operativo a Fano e ramificata in diverse regioni italiane, finalizzata all’evasione fiscale internazionale mediante la creazione di un complesso schema comprendente più società, alcune delle quali ubicate in Lettonia e Lituania ed esercenti la commercializzazione di articoli di abbigliamento. I sequestri giungono al termine di laboriose attività investigative, coordinate dalla Procura della Repubblica di Pesaro, che hanno portato alla denuncia di undici persone.
L’organizzazione criminale transnazionale aveva creato una holding al cui interno sono risultati centrali i ruoli svolti in Italia e all’estero dai due commercialisti “di fiducia” dell’imprenditore fanese, preposti alla concreta pianificazione tecnica della frode fiscale, come è stato accertato a seguito dell’esame della copiosa documentazione sequestrata nel corso delle perquisizioni svolte presso le società italiane formalmente intestate ai prestanomi compiacenti e, soprattutto, presso le abitazioni degli indagati. Dodici sono risultate le società coinvolte (5 estere e 7 italiane) attraverso le quali, con articolati schemi evasivi e fittizie triangolazioni commerciali, perfezionati dal 2008 al 2015, l’associazione a delinquere ha emesso ed utilizzato fatture false “self made” per circa 55 milioni euro. Tale meccanismo fraudolento è stato portato a compimento proprio mediante la costituzione ad hoc delle società baltiche lettoni e lituane che hanno omesso di dichiarare in Italia materia imponibile per più di 16 milioni di euro evadendo, a loro volta, imposte (I.V.A. ed I.Re.S.) per quasi 8 milioni di euro. In particolare, è stato accertato che le società straniere vendevano capi di abbigliamento “griffati”, in precedenza acquistati in stock dai fornitori ufficiali, ad una società di Fano dove veniva effettivamente concentrata la merce, con l’interposizione di società italiane cartiere “apri e chiudi” che fittiziamente acquistavano e rivendevano la merce agli acquirenti finali a prezzi competitivi, consentendo loro di maturare anche un indebito credito I.V.A. sugli acquisti effettuati. L’associazione a delinquere ha così consentito di incamerare gli elevati profitti dell’attività commerciale senza dichiarare e versare i tributi dovuti in Italia, alterando la concorrenza nel settore del mercato. L’operazione si inserisce nella più ampia cornice dell’azione di contrasto della Guardia di Finanza alla concorrenza sleale nonché all’illegalità economica e finanziaria, a tutela dell’Erario e delle imprese sane operanti sul territorio.
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