Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Pesaro, nell’ambito dell’operazione denominata “Inflated Rescue”, ha scoperto un sistema di frode posto in essere in danno del Servizio Sanitario Nazionale da quattro società cooperative pesaresi risultate vincitrici, in associazione temporanea di impresa, di una gara d’appalto indetta dalla Regione Marche per l’affidamento del servizio di trasporto a favore di utenti infermi o in degenza. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Pesaro, hanno portato al sequestro, presso le sedi delle suddette cooperative, dei fogli di viaggio effettuati, delle fatture emesse e delle richieste di trasporto ricevute dall’ASUR – Area Vasta 1 e dall’Azienda Ospedali Riuniti Marche Nord. L’esame dei documenti ha consentito alle Fiamme Gialle di ricostruire e circoscrivere numerose irregolarità, compiute negli anni 2014 e 2015, connesse al trasporto, presso i luoghi di cura, di persone inferme o in stato di degenza: viaggi risultati mai compiuti ovvero parzialmente effettuati ma regolarmente pagati dall’Aziende. Tra le prassi illecite adottate ne è stata scovata una particolarmente insidiosa nonostante la semplicità dell’artificio: la sistematica modifica degli orari riportati nei fogli di viaggio compilati al termine dell’attività di servizio da ignari autisti. La durata del turno veniva così dilatata all’insaputa di chi lo aveva materialmente effettuato con indebiti vantaggi a favore della società cooperativa per cui lavorava. In altre circostanze, veniva falsamente certificato l’uso di automezzi espressamente previsti dalla tipologia di trasporto richiesto dall’Azienda sanitaria e dall’Azienda ospedaliera per ottenere il corrispettivo pattuito, nonostante quelli effettivamente utilizzati non fossero idonei allo scopo.
Incrociando poi i dati sono venuti alla luce incredibili casi di ubiquità ovvero di contemporanea presenza dell’ambulanza e del relativo equipaggio in luoghi diversi. All’esito delle attività investigative, pertanto, sono state denunciate otto persone tra amministratori, dipendenti e contabili delle società cooperative, ritenute responsabili del reato di truffa aggravata ai danni dello Stato e falso ideologico. Per il danno economico procurato ai conti pubblici, quantificato complessivamente in circa 120.000 euro, è stata avanzata all’Autorità giudiziaria richiesta di sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente. Entrambe le Aziende sanitarie, che hanno fornito ai Finanzieri ampia collaborazione nell’esame degli atti, hanno parallelamente attivato le procedure di recupero delle somme indebitamente percepite dalle società cooperative. L’indagine si inquadra nella missione strategica del Corpo a contrasto degli illeciti in materia di spesa pubblica e, in particolare, per la prevenzione e la repressione dei casi di indebita percezione di risorse destinate a favore della collettività ai fini della tutela della salute.
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