Si è conclusa la settimana scorsa un’indagine avviata l’1 febbraio 2018, giorno in cui è avvenuta una delle  5 rapine effettuate da una banda di rapinatori:

-Il 18 gennaio 2018 alle ore 10.45,  rapina a mano armata, a volto parzialmente coperto, a Pesaro, via Mastrogiorgio n.24, ai danni della banca “CARIM”, bottino € 10.000;
-Il 26 gennaio 2018, ore 10.10, rapina a mano armata, a volto parzialmente coperto, a Collesalvetti (LI), via Roma 272 ai danni della banca “CARIFI”, bottino € 3.250, ferendo il direttore.
-Il 31 gennaio 2018, ore 14.40, rapina a mano armata, a volto parzialmente coperto, a Pesaro, via F. Salvatori n.31, ai danni dell’UFFICIO POSTALE n. 5, bottino € 3.400;
-In data 1 febbraio 2018, ore 15.40, rapina a mano armata, a volto parzialmente coperto, a Pesaro, via F. Salvatori n.31, ai danni dell’UFFICIO POSTALE n. 5, bottino € 2.300;
-In data 23 febbraio 2018, ore 11.15,rapina a mano armata, a volto parzialmente coperto, a Pesaro, Largo Madonna di Loreto n.12, ai danni della Banca UBI, bottino € 18.000.

La banda  era formata da tre componenti, due dei quali colti in flagranza e arrestati nel febbraio 2018, ad incriminarli varie prove raccolte dai carabinieri:

 

1. F.A., nato a Catania cl. 1973, ivi residente, da tempo stabilito a Pesaro, ora detenuto nel Carcere di Pesaro:
2. T.I., detto LUPIN nato a Catania cl. 1987, ivi residente, ora detenuto nel Carcere di Pesaro:
3. D.S., detto SCIALUPPA, nato a Catania, cl. 1982, ivi residente, ora detenuto nel Carcere di Catania.

A favore delle indagini sono stati raccolti:

-analisi dei tabulati telefonici;
– intercettazioni;
– riconoscimenti fotografici;
– ascolto di testimoni oculari;
– servizi di osservazione fotografica, pedinamenti;
– verifiche presso strutture alberghiere;
– accertamenti sui mezzi di trasporto utilizzati (auto / aerei / corriere) per i viaggi da e per Catania / Pesaro;
– identificazione di due autovetture, una Volkswagen Polo grigia ed una Fiat 500 L bianca.

La settimana scorsa è infine stato arrestato l’ultimo componente della banda che nel frattempo si era rifugiato a Catania dalla sorella,  il quale dopo essersi accorto di essere braccato dagli uomini dell’arma ha tentato perfino di nascondersi nel suo quartiere, per poi provare a fuggire in scooter ma inutilmente.

All’Arma dei carabinieri e ai militari operanti è giunto l’importante apprezzamento del GIP dr. Messina che ha dato pieno sostegno all’ investigazione svolta, evidenziandolo nelle motivazioni dei provvedimenti cautelari, nonché dei Magistrati della Procura della Repubblica di Pesaro, con i quali si è ribadita sinergica collaborazione per prevenire e reprimere questi gravi crimini.

 

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