Dalla torre il rilancio del sindaco sul futuro. Un fondo inglese collegato ad aziende locali per l’Ex Bramante

 

PESARO – Due giri in quota, a 75 metri. Così Matteo Ricci torna sulla torre. E con lo sguardo alla città, incalzato dai giornalisti Roberto Fiaccarini e Simonetta Marfoglia, parla di tutto. Nel mezzo, anche l’ultim’ora: «Cassa depositi e prestiti sta chiudendo la trattativa sull’ex Bramante con un fondo inglese, legato ad aziende del territorio. Ho già incontrato alcune di queste imprese locali: una delle cose che ho chiesto è prevedere nel piano di recupero anche un albergo». Precisa il sindaco: «All’ex Bramante si può fare il piano terra commerciale. E sopra residenziale e servizi. Ci dovranno essere mille metri quadrati per il pubblico: non escludo che una parte la daremo al Ceis, così come ci siamo impegnati a fare. Il resto va deciso dai proprietari in base alle volumetrie esistenti. Sotto si potranno fare anche i parcheggi». Ancora: «Con gli oneri di urbanizzazione vorremmo provare a risolvere il tema del collegamento tra centro e mare. Piazza Moro è ancora troppo scollegata, perché attraversata dalla Statale. E i sottopassi pedonali non vengono utilizzati. Il mio sogno sarebbe il passaggio pedonale e ciclabile dalla piazza alla Palla. Tema complesso e costoso, perché significherebbe creare il sottopasso per la Nazionale. Ma un migliore collegamento è un punto che affronteremo, in relazione alla trasformazione  dell’ex Bramante».

BILANCI – Poi Ricci vira sugli investimenti, «decuplicati, passati da 7,5 milioni a 75 milioni nell’arco triennale. Grazie allo sblocco del patto di stabilità. Con le regole scritte a Pesaro. Le cose più piccole le abbiamo già viste, quelle più grandi sono in corso. Ex tribunale, scuola di via Lamarmora. E il bocciodromo, anche se ci sarà qualche lavoro in più di bonifica da fare non previsto. Ma così vanno le cose: lavoreremo per fare tutto il più velocemente possibile. Abbiamo l’ansia di fare. Ma il volto della città sta cambiando profondamente». Sul vecchio palas: «La ditta è in ritardo sul cronoprogramma di circa sei mesi. Il grosso dei lavori partirà a gennaio. Ma ci avevano detto che non era ristrutturabile, poi che non avremmo trovato i soldi. Alla fine sarà l’auditorium da duemila posti che mancava alla città. L’opposizione dirà che sono incompiute in campagna elettorale? Veramente le incompiute sono quelle che non si faranno mai.  In questo caso sono opere che non si sono mai realizzate prima e che si stanno facendo. Di cosa si dovrebbe lamentare l’opposizione? Di soldi che finalmente abbiamo portato a Pesaro da Roma? Di fondi europei intercettati più di ogni altra città delle Marche? Dello sblocco del patto?  Possono tifare contro Pesaro e sperare che qualcuno di questi cantieri venga realizzato più tardi. Ma una buona opposizione dovrebbe aiutare il Comune a fare le cose per Pesaro. Non  remare contro la città, sperando che si facciano meno cose possibili». Il sindaco infila  l’arredo urbano del centro, lo sblocco del dossier del San Domenico, l’ex intendenza di Finanza. Dove «si va assolutamente avanti. Perché sarebbe tragico tornare indietro. Sono 30 anni che parliamo dell’esigenza di una nuova questura. E finalmente abbiamo trovato le risorse statali. Chi rimette tutto in discussione lo fa perché vuole  continuare a lamentarsi. Noi siamo pragmatici e vogliamo risolvere i problemi».

AGENDA – Sulle opere di Autostrade: «E’ partito il cantiere dell’interquartieri di Muraglia. Ma dopo i fatti di Genova c’era timore sul resto. Ieri, per fortuna, è arrivato l’ok dall’incontro di Roma: entro la fine dell’anno Autostrade manderà i progetti esecutivi, terminati, al ministero. Nei primi mesi del 2019 saranno approvati per poi andare in gara. Mentre nel 2020 scatterà il cantiere del casello». Capitolo Monumento alla Resistenza: «Lo spostamento mi sembrava operazione di buon senso. E anche  doverosa, per dare una sede più dignitosa al ricordo di chi ha sacrificato la  vita per la libertà.  Mi si può dire tutto ma non che non sono antifascista. Avevamo trovato 50mila euro per spostarlo, ragionando con l’Anpi sulla collocazione. Così avremmo dato una risposta anche sui parcheggi per il centro storico. Rendendo più aperta e visibile un’area attualmente sotto stretto controllo delle forze dell’ordine». Ricci racconta di essersi fermato «perché avevano capito che sarei andato avanti. Così chi non era d’accordo si è rivolto alla Soprintendenza. I nostri tecnici hanno considerato quel bene come immobile, essendo fisso. In quel caso, va chiesto il parere alla Soprintendenza se il bene ha più di 70 anni. In Comune, dopo le polemiche, sono arrivati due mail e un messaggio dalla Soprintendenza. Con cui, peraltro, c’è collaborazione su tanti temi della città. Si evidenziava la necessità del loro parere,  ritenendo il bene di natura mobile. Quindi ho capito che quei 50mila euro non bastavano più per spostarlo. Ce ne sarebbero voluti 300mila per le prescrizioni. Volevo farlo in due mesi, ho compreso che sarebbero serviti due anni. Realisticamente ho chiuso un dibattito diventato ideologico, per concentrare le forze del Comune su altro. La questione per me è chiusa. Mi dispiace perché con il bando delle periferie riqualificheremo tutta l’area tranne il Monumento». Il sindaco consegnerà alla Caritas i mille euro raccolti dall’iniziativa a sfondo benefico.

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