I sottoscritti Marta Ruggeri, Tommaso Mazzanti e Francesco Panaroni, consiglieri comunali del gruppo “Movimento 5 Stelle” di Fano (PU),
PREMESSO
- Che il fabbisogno totale di trattamento prospettico della Frazione Organica dei Rifiuti SolidiUrbani (FORSU) e degli sfalci verdi, previsto per l’ambito provinciale di Pesaro-Urbino
(ATA1) dal Piano Regionale di Gestione Rifiuti (PRGR), ammonta a 51.000 ton/anno; - Che la programmazione a livello di ambito provinciale deve conformarsi a tale previsione diautosufficienza indicata dal piano regionale
- Che il suddetto fabbisogno di trattamento potrebbe essere soddisfatto in parte mediante piccoliimpianti di compostaggio (impianti aerobici) da realizzarsi “a chilometro zero” nelle zone interne rurali, diminuendo oneri e disagi connessi al trasporto ed alla concentrazionenell’impianto da realizzarsi in zona costiera a maggiore urbanizzazione, come prospettato nella proposta di legge regionale n. 222/2018 a firma Pergiorgio Fabbri;
- Che pertanto la capacità di trattamento dell’impianto centralizzato previsto in zona costiera potrebbe essere riferita ad una quantità di circa 40.000/45.000 ton/anno;
- Che dallo studio di prefattibilità tecnico-economica, redatto da Nomisma Energia e IGW Srl suincarico di ASET S.p.a., risulta che la soluzione più vantaggiosa (tra quelle esaminate) per iltrattamento della Frazione Organica dei Rifiuti Solidi Urbani (FORSU) sarebbe un impianto didigestione anaerobica con tecnologia semi-dry e con produzione di biometano, con una capacitàdi trattamento di rifiuti di circa 60.000 tonnellate/anno, ovvero destinato a trattare anche rifiutiprovenienti da fuori provincia, stante il fabbisogno provinciale calcolato dalla Regione;
- Che, sempre secondo il suddetto studio, da un punto di vista del ritorno economico un impianto di quelle caratteristiche produrrebbe un Margine Operativo Lordo (MOL) annuale di ben 4,92 milioni di euro nel primo anno, fino ad un minimo di 2,85 milioni di Euro il ventesimo anno, tenuto conto dei prezzi di mercato applicati per il conferimento dei rifiuti, dei ricavi di vendita del biometano, e del contributo di incentivazione da parte del G.S.E. per i Certificati di Immissione al Consumo del biometano (C.I.C.) (vedi pag. 66-67 dello studio);
- Che il margine di guadagno previsto è pertanto molto alto, ed ampiamente in grado di garantire un ritorno positivo dell’investimento, con un tasso di rendimento interno (T.I.R.) del 21%, ed un tempo di pay-back di 6 anni (ovvero l’investimento si ripaga in soli sei anni) (vedi pag. 71-72);
- Che pertanto i consulenti prospettano con convinzione che tale operazione è in grado di assicurare con ragionevole certezza una adeguata copertura delle risorse finanziarie investite provenienti da finanziamenti esterni, ed una più che soddisfacente remunerazione del capitale proprio impiegato;
- Che lo studio evidenzia che il finanziamento dell’investimento, per un impianto come sopra configurato, richiederà l’impiego di 27,3 milioni di Euro, finanziabile per almeno il 70%
mediante capitale di credito, per cui il capitale proprio che si prevede di impiegare ammonterebbe a circa 8,2 milioni di Euro (vedi pag. 63-64). - Che il bilancio consolidato 2018 del gruppo ASET riporta un patrimonio netto di 36,6 milioni, ed una liquidità disponibile di 9,7 milioni;
- Che ASET già ora produce utili ante imposte di 5-6 milioni di Euro l’anno, ed utili netti di 3-4 milioni di Euro l’anno;
- Che pertanto da una prima analisi sembrerebbe che ASET, da un punto di vista finanziario, sia in grado di affrontare questo investimento in autonomia, ovvero senza dover ricorrere ad una partnership con la concorrente Marche Multiservizi S.p.a.;
- Che, da un punto di vista economico, tecnico e logistico, lo studio individua la zona industriale di Bellocchi, nella sua zona di espansione verso sud-ovest, il sito più favorevole per la realizzazione dell’impianto (tra quelli esaminati) (vedi pag. 14-15).
Interrogano il Sindaco per conoscere
1. per quale motivo il Sindaco abbia affermato in campagna elettorale che il biodigestore anaerobico non si sarebbe mai fatto nel Comune di Fano, mentre ora emerge il contrario, ovvero
che mancherebbe soltanto la decisione in merito all’individuazione dell’esatta collocazione dell’impianto nel nostro Comune;
2. essendo l’impianto previsto nel Comune di Fano, come sembra ormai appurato, con inevitabili disagi da un punto di vista ambientale ed urbanistico che ricadrebbero esclusivamente sulle spalle dei cittadini fanesi, se il Sindaco non ritenga inopportuno che Aset (società interamente pubblica e soggetta a controllo analogo da parte dei comuni partecipanti) realizzi l’impianto entrando in società con Marche Multiservizi S.p.a. (società mista a direzione privata per quanto riguarda la governance) condividendo con quella società i previsti notevoli benefici di carattere economico;
3. se corrisponde al vero che qualora il biodigestore non venisse fatto in collaborazione con Marche Multiservizi S.p.a., il Comune di Pesaro e gli altri Comuni serviti da Marche
Multiservizi potrebbero legittimamente rifiutarsi di conferirvi i loro rifiuti organici, come è stato affermato dai vertici di ASET nell’ultima commissione Garanzia e Controllo senza alcuna
rettifica da parte del Sindaco lì presente, e se tale possibilità sia stata convenuta, con il parere favorevole del Comune di Fano, in Assemblea Territoriale d’Ambito (ATA1), unica sede
competente in merito alle decisioni sulle modalità di gestione dei rifiuti della provincia in coerenza con le disposizioni del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti (PRGR);
4. se il Sindaco non pensi che da parte di Aset la costituzione di una società insieme a Marche Multiservizi per un attività così determinante non pregiudichi il concetto di “controllo analogo” nelle modalità del servizio di igiene urbana, e non sia la premessa per una definitiva integrazione tra i due gestori alle scadenze degli attuali affidamenti dei servizi, previste da
ATA1 nell’anno 2031;
5. se il Sindaco non intenda chiedere ad ASET che lo studio di fattibilità tecnico economica preveda anche un’analisi costi/benefici sulla alternativa possibilità di realizzare a Fano un
impianto più piccolo, di circa 40.000 ton/anno, affiancato da piccoli impianti di compostaggio di comunità nelle zone interne rurali, per ridurre gli oneri di trasporto dei rifiuti da trattare ed i disagi ambientali ed urbanistici che comunque un impianto industriale comporta;
6. se il sindaco non ritenga che tra gli elementi da tenere in considerazione per la scelta del sito debba avere un peso fondamentale la destinazione urbanistica, e che pertanto vada considerato in via prioritaria quello relativo alla discarica di Monteschiantello, e che comunque si debba fare seguire la scelta del sito ad un processo partecipativo informato, di cui i cittadini più direttamente interessati siano i protagonisti, prevedendo, nel caso, anche significative compensazioni in termini di somme disponibili per investimenti da gestire direttamente da parte dei cittadini mediante lo strumento del bilancio partecipativo.
Fano, 31/10/19
Marta Ruggeri
Tommaso Mazzanti
Francesco Panaroni
No Comment