I numeri congiunturali provinciali del II trimestre mostrano un saldo positivo tra nascita e cessazione di imprese
PESARO – I pesaresi? Gente che sa tirarsi su le maniche anche nei momenti peggiori. Nonostante sia stata una delle province del centro Italia che ha registrato un numero molto elevato di casi e vittime per Covid 19, e dove il lockdown è iniziato prima che in altre zone d’Italia, i dati relativi alla nascita, meglio alla rinascita, di nuove imprese sono sorprendentemente e inaspettatamente positivi.
Insomma il Coronavirus non ha scoraggiato la voglia di fare impresa dei pesaresi. Nella provincia di Pesaro e Urbino il secondo trimestre dell’anno 2020 coincide infatti con una prevalenza di nuove imprese rispetto alle cessazioni (241 contro 167) e, quindi, con un saldo positivo di 74 imprese.
“Un segnale interessante e incoraggiante per il tessuto imprenditoriale della provincia” commenta il segretario della CNA di Pesaro e Urbino, Moreno Bordoni. Che però avverte. “Non bisogna farsi illusioni. Se si considera la componente artigiana dell’imprenditoria pesarese, infatti, si vede che nello stesso periodo le cessazioni prevalgono sulle nuove imprese di 18 unità e il tessuto artigiano continua lentamente ma inesorabilmente ad assottigliarsi”.
Secondo i dati elaborati dal Centro studi della CNA, la crescita di numero del complesso delle imprese è trainata dalle iscrizioni di nuove imprese tra quelle individuali (163 nuove imprese) e le società di capitali (63 nuove imprese). Sono invece assai più modeste le dinamiche di ingresso e uscita di imprese per le società di persone (15 in ingresso e 19 in uscita) e le restanti forme giuridiche.
Se si considerano le variazioni tendenziali nello stock di imprese attive (confrontando il secondo trimestre 2020 con lo stesso trimestre dell’anno prima), si vede che la tendenza annuale è decisamente orientata all’assottigliamento del numero di imprese (-1,3% pari a – 463 unità attive) e si vede come tale tendenza sia dovuta alla diminuzione del numero di imprese del commercio (-3,0% pari a 247 imprese in meno), in agricoltura (-1,8% paria a -95); nelle costruzioni (-1,5% e -73 imprese) e nella manifatture (-0,9% pari a -39 imprese).
La cautela nell’analisi dei dati è d’obbligo per la CNA, soprattutto se rapportati a quelli dello scorso anno. Sotto il profilo congiunturale, cioè rispetto al trimestre precedente, il dato del secondo trimestre 2020 mostra una crescita seppur modesta del numero di imprese (+0,5%), trainata dalla performance del settore alloggio e ristorazione dove le imprese crescono dell’1,6% (+40 unità). La positività del dato congiunturale è sicuramente dovuta a fattori di stagionalità, in particolare per alcuni settori, tra essi quello dei servizi di alloggio e ristorazione. “Tuttavia – commenta ancora Moreno Bordoni – il fatto che tale dinamica di crescita si sia verificata nonostante il lockdown, che ha coinciso con il blocco di gran parte sia dell’offerta sia della domanda, sembra indicare una capacità di risposta molto importante per capire quale saranno gli effetti della pandemia sull’economia pesarese”.
Anche per le attività manifatturiere si ripropone la differente dinamica delle variazioni tendenziali (negative) rispetto a quelle congiunturali (positive): tuttavia si può notare come sia in termini tendenziali che in termini congiunturali il sistema moda perda imprese, assieme alla meccanica di base (quella che non produce macchine e impianti).
“Se il dato positivo del secondo trimestre è incoraggiante conclude il segretario della CNA – non occorre però dimenticare quante sono le imprese che a causa del lockdown hanno subito danni e quante di queste non hanno riaperto i battenti. Un quadro chiaro lo si avrà nei prossimi mesi. Ma almeno una luce in mezzo al buio si è accesa. Questa voglia di intraprendere, di mettersi in gioco non si è spenta. Anzi, nonostante il Covid ha convinto tanti a scommettere sul futuro. E CNA è pronta a sostenere il cammino di queste imprese con servizi, consulenze e finanziamenti”.
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