Con riferimento alle dichiarazioni rilasciate dagli Assessori della Giunta regionale Marche e in particolare da Filippo Saltamartini si precisa quanto segue:
- Non è esatto affermare che esistono problemi organizzativi, in quanto che parafarmacie delle Marche hanno già un rapporto di convenzione con la Regione Marche fornendo per conto della stessa prodotti per tutte quelle persone che hanno intolleranza alle glutine e debbono quindi fare uso di prodotti speciali per celiaci
- Non corrisponde a verità il fatto che non esiste una piattaforma informatica ove le parafarmacie possano comunicare il risultato del test sierologico essendo la stessa utilizzata dalle farmacie e parafarmacie per la fornitura dei prodotti per celiaci. La piattaforma “GopenCare” di proprietà della regione è ora utilizzata dalle farmacie per la trasmissione dei dati sui positivi rilevati. Essa potrebbe essere agevolmente messa a disposizione delle parafarmacie che decidessero di eseguire il test
- Non è corretto affermare che esiste un problema di rappresentatività delle Associazioni che hanno richiesto di effettuare i test essendo le stesse riconosciute in tutte le comunicazioni istituzionali dall’Ordine Nazionale dei Farmacisti Italiani, dalla Camera dei Deputati e dal Senato della Repubblica che le hanno ospitate in numerosissime audizioni presso le Commissioni Parlamentari e in un caso riconosciuta dalla Commissione Europea che negli anni precedenti ne ha assunto parere in audizione pubblica. Le Associazioni legalmente costituite e riconosciute hanno dato formale mandato di rappresentanza alla Dr.ssa Daniela Clini e di tale mandato la Regione ha copia.
- E’ fuorviante affermare che i farmacisti che operano nelle parafarmacie non appartengono alle professioni sanitarie, essendo gli stessi regolarmente laureati, abilitati ed iscritti all’Ordine provinciale. In quanto farmacisti la loro non appartenenza alle professione sanitaria sarebbe estesa a tutti gli iscritti all’Ordine quindi anche a coloro che operano nelle farmacie.
- Corrisponde a fatto oggettivo che le parafarmacie, al pari delle farmacie, siano state inserite sin dall’inizio della pandemia (marzo 2020) dai decreti del Presidente del Consiglio tra i “servizi essenziali” e di conseguenza abbiano operato durante tutti i periodi di lockdown e mai, su tutto il territorio nazionale, siano rientrati tra i codici ATECO obbligati a chiudere.
Quando un soggetto privato, a titolo gratuito, offre la propria disponibilità ad aiutare le istituzioni pubbliche, egli dovrebbe essere accolto a braccia aperte, perché esempio di quel “civismo” a cui continuamente il Presidente della Repubblica Mattarella richiama la società civile. In questo caso, gli inconsistenti “pretesti” assunti ad escludere le parafarmacie sono in netta contraddizione con i richiami del Presidente della Repubblica e non fanno onore alla Regione Marche.
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