Nell’anno delle Celebrazioni Dantesche,
dall’Appennino marchigiano parte un appello all’unità nazionale
Obiettivo: unire l’Italia nel segno di Dante,
così come l’Appennino unisce il Paese
MERCATELLO SUL METAURO (Pesaro Urbino), 4 giugno 2021 – L’Associazione Happennino presenta la rassegna culturale “L’Appennino di Dante”. L’iniziativa itinerante porterà i versi e lo spirito del Sommo Poeta tra le pietre e i crinali di alcuni piccoli borghi dell’Appennino marchigiano, proprio nell’anno delle Celebrazioni Dantesche. Si parte il 15 giugno con “Il Pane di Dante”.
La Rassegna nasce da chiari riferimenti presenti nel Convivio (*) e nella Divina Commedia (**) e da un universo di simboli, luoghi, avvenimenti e personaggi che uniscono il Poeta all’Appennino, per lui luogo di esilio, e al “suo” Pane, metafora della lingua italiana e di unità nazionale.
Cinque iniziative in tre settimane tra giugno e luglio e una mostra allestita fino a settembre per omaggiare, riscoprire e celebrare Dante. Eventi e progetti sul territorio e una call to action a livello nazionale che inaugura la rassegna culturale.
Si inizia il 15 giugno con “Il pane di Dante”, un invito a unirci simbolicamente tutti a un’unica tavola, da nord a sud, nel nome di Dante e del suo “pane come lingua”.
L’obiettivo è quello di unire metaforicamente l’Italia nel segno di Dante, così come l’Appennino unisce il Paese.
A partire da un’antica ricetta toscana, simile al pane orzato, tra l’integrale e il non lievitato, tutti coloro che vorranno – dai panificatori ai fornai, dai ristoratori agli studiosi di Dante, dai curiosi agli amanti della cucina – saranno invitati a preparare una pagnotta di “Pane di Dante” e a condividere una foto sui social il 15 giugno con l’hashtag di riferimento #ilpanediDante e taggando su Instagram @ilpanedidante . La ricetta e tutte le informazioni sull’iniziativa sono disponibili al sito www.ilpanedidante.it e sulle pagine Facebook e Instagram di Happennino.
Un’iniziativa simbolica attraverso la quale gli ideatori immaginano di “apparecchiare una tavola lunga quanto lo stivale (isole comprese). – commentano gli organizzatori. “Quella tra Dante e l’Appennino è una relazione profonda e simbolica. Proprio nel nostro Appennino, nel piccolo borgo di Castello della Pieve, è stato deciso nel 1301 l’esilio del Poeta. L’Appennino lo ha diviso per sempre dalla sua Firenze, a cui Dante non farà mai più ritorno. L’Appennino ha offerto a Dante rifugio nel suo errare, portandolo a contatto con luoghi, genti e lingue che lo hanno ispirato a scrivere la sua opera più grande, La Divina Commedia. Quell’Appennino, linea che ancora oggi unisce (e divide) profondamente il nostro Paese, come spina dorsale, vuole celebrarlo, riunendo simbolicamente tutta l’Italia alla stessa mensa”, concludono.
Dopo l’iniziativa social “Il Pane di Dante”, la rassegna culturale continua alle ore 10 del 20 giugno a Castello della Pieve (Mercatello sul Metauro, PU) – il borgo in cui Carlo di Valois e Corso Donati, nel 1301, si incontrarono per decidere l’esilio di Dante Alighieri – dove si svolgerà l’evento “L’Esilio di Dante”, con Matteo Giardini e Daniele Sacco. All’ombra dell’antica torre, prenderà forma l’evento che ricostruisce la vicenda storica, personale e drammaturgica dell’esilio.
Si prosegue alle ore 19 del 27 giugno con l’evento “L’inferno di Guido”, a Peglio (PU), il borgo più panoramico di tutto il territorio del Montefeltro e dell’entroterra urbinate. Gli scorci faranno da scenografia al XXVII Canto dell’Inferno incentrato sulla figura di Guido da Montefeltro. A interpretare il canto sarà Maria Antonietta, cantautrice, musicista e scrittrice dalla spiccata sensibilità.
Il 29 giugno alle ore 21 il Castello Brancaleoni di Piobbico (PU) farà da cornice a Cristiano Godano, voce dei Marlene Kuntz, che alternerà letture scelte da La Vita Nova di Dante, a brani del suo repertorio eseguiti in sonorità intime, chitarra e voce. Titolo dell’evento: “Canzoni d’Amore”.
Il 4 luglio alle ore 21 la rassegna si concluderà nella frazione di Lamoli (Borgo Pace, PU) con “Dante da morire: Ultime lettere di Jacopo Ortis”, evento dedicato all’eredità civica, politica e spirituale di Dante attraverso un’inedita interpretazione de Le Ultime lettere di Jacopo Ortis, l’opera di Foscolo in cui risuona tutto il sentimento italiano del Risorgimento espresso secoli prima dal Sommo Poeta. Sarà Matteo Giardini a portare in scena la drammaturgia nella suggestiva e metaforica location dell’ufficio postale di Lamoli, uno dei più piccoli uffici postali d’Italia.
All’interno della rassegna culturale appenninica rientra anche la mostra allestita a Sant’Angelo in Vado (PU), “Dante Historiato da Federico Zuccari, dedicata al pittore vadese che illustrò la Divina Commedia in 88 disegni, ora conservati agli Uffizi di Firenze. Inaugurata il 23 maggio, la mostra rimarrà aperta fino al 5 settembre 2021.
Gli eventi si svolgeranno nel pieno rispetto delle misure di contenimento della diffusione del virus Covid-19.
Tutte le iniziative de “L’Appennino di Dante” sono state ideate e organizzate dall’Associazione Culturale Happennino, grazie al prezioso supporto dei main partners MARCHE MULTISERVIZI e GIROLOMONI, al sostegno e al contributo di UNIONE MONTANA ALTA VALLE DEL METAURO e COMUNE DI MERCATELLO SUL METAURO, degli sponsor ADRIATICA ACQUE e T41B e al patrocinio di UNCEM e dei Comuni di PEGLIO, BORGO PACE, PIOBBICO, SANT’ANGELO IN VADO.
Le informazioni sulla rassegna sono disponibili sulle pagine Facebook e Instagram di Happennino. Per la ricetta e i dettagli sulla call to action “Il Pane di Dante”: www.ilpanedidante.it
(*) “… il nuovo italiano, che farà nuovi gli Italiani, togliendo le sofisticazioni del latino e delle altrui parlate, farà tutti – e tutti dico – parlare; farà come quel pane orzato che, moltiplicato nei Vangeli, satollerà le migliaia e n’avanzeranno le sporte piene. …Pane di scienza, pane di materia e pane d’anima…” (Dante Alighieri, Convivio, I.9.13)
(**) “Tu proverai sì come sa di sale lo pane altrui”. Così Cacciaguida, avo di Dante Alighieri, nel XVII Canto del Paradiso ammonisce il poeta profetizzando il suo esilio da Firenze. Il pane come metafora dei nuovi sapori che Dante dovrà forzatamente conoscere lontano dalla sua patria – dove il pane è “sciocco”, senza sale – nella sua condizione di esule dall’Appennino.
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