La Compagnia della Guardia di Finanza di Urbino ha eseguito un decreto di sequestro preventivo per circa € 500.000 nei confronti di un sessantaduenne che si sarebbe reso responsabile di fatti di peculato commessi dopo essere stato nominato amministratore di sostegno del fratello, sofferente di una grave patologia neurologica.
Il provvedimento in questione risulta essere stato emesso dal GIP del Tribunale di Urbino che, accogliendo la richiesta della Procura della Repubblica, ha disposto il sequestro di beni nella disponibilità dell’indagato per un importo pari all’ammontare delle somme che questo, secondo gli esiti delle articolate indagini di polizia giudiziaria svolte dalla Guardia di Finanza di Urbino, avrebbe complessivamente distratto dai conti del fratello, gravemente malato, del quale egli era stato nominato amministratore di sostegno.
Le indagini, dirette dalla Procura della Repubblica di Urbino, hanno permesso, dopo puntuali e scrupolose indagini bancarie, di ricostruire i flussi finanziari in uscita dai conti dell’amministrato, rapporti sui quali era autorizzato e legittimato ad operare l’indagato in virtù della sua nomina ad amministratore di sostegno del fratello da parte del Tribunale.
La ricostruzione dei fatti operata nel corso delle indagini permetteva di far emergere come l’amministrato fosse stato ospitato negli anni, finché in vita, da più strutture residenziali di tipo
assistenziale (RSA) nei confronti delle quali risultavano tuttavia accumulati ingenti debiti a causa del mancato pagamento delle rette mensili dovute. Tale circostanza strideva con l’accertata percezione di redditi da pensione da parte dell’amministrato e che mensilmente confluivano sui conti a lui intestati. Malgrado ciò, sui predetti rapporti sono risultati censiti numerosi ed ingenti prelevamenti che sono risultati essere riconducibili, nella loro quasi totalità, ad operazioni in uscita poste in essere, senza apparente giustificazione, da parte del fratello dell’amministrato.
La Procura della Repubblica ha provveduto a formulare nei confronti dell’uomo richiesta di rinvio a giudizio per l’ipotesi di peculato ex art. 314 c.p.. Nell’attuale contesto emergenziale, i presidi di vigilanza attivati dalla Guardia di Finanza confermano il ruolo fondamentale di Forza di Polizia economico-finanziaria costantemente impegnata alla tutela dei cittadini onesti e al contrasto delle forme più insidiose di illegalità.
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