Un quarantenne della città ducale, che aveva tentato di ottenere indebitamente il gratuito patrocinio a spese dello Stato, omettendo di dichiarare, nell’istanza presentata, redditi derivanti da un’attività imprenditoriale svolta “in nero”, è stato denunciato dalla G. di F. di Urbino per il reato di cui all’art. 95 del DPR 115/2002.
L’indagine è partita dalla segnalazione del Giudice di Pace che aveva ricevuto l’istanza da parte dell’uomo finalizzata all’ammissione al beneficio del patrocinio legale a spese dello Stato che può essere riconosciuto qualora sussistano in capo al richiedente determinatecondizioni reddituali e patrimoniali.
In relazione alla predetta segnalazione la Procura di Urbino disponeva approfondimenti mediante la Sezione di polizia giudiziaria della Guardia di Finanza dell’ufficio giudiziario feltresco.
Gli accertamenti di natura reddituale e patrimoniale svolti rilevavano in prima battuta che l’uomo aveva presentato un’istanza contenente dichiarazioni non rispondenti alla sua reale situazione economica e che gli avevano permesso di ottenere l’ammissione al beneficio del gratuito patrocinio dello Stato nell’ambito del procedimento penale che lo vedeva indagato. Nello specifico la discordanza tra il reddito familiare dichiarato dall’istante e quello risultante dalle banche dati in uso alla G.di F. determinava il superamento del limite per l’ammissione al beneficio.
Inoltre gli ulteriori approfondimenti svolti dal personale della Sezione di polizia giudiziaria della Procura di Urbino permettevano di far emergere altre anomalie in relazione alle fonti di reddito dell’istante. Quest’ultimo infatti, in un lasso di tempo alquanto ristretto, risultava essersi intestatario numerose autovetture (24 solo nel 2017) poco prima che le stesse cessassero la circolazione in Italia per avvenuta “esportazione”. Tale circostanza generava nei finanzieri il sospetto che l’indagato potesse svolgere “in nero” un’attività di commercio di autovetture usate.
Alla luce di queste emergenze investigative la Procura di Urbino delegava ulteriori accertamenti alla Compagnia Guardia di Finanza di Urbino, accertamenti che, al loro esito, fornivano elementi di riscontro all’originaria ipotesi dello svolgimento di un’attività commerciale “in nero” da parte dell’indagato che risultava qualificarlo nei confronti del fisco come evasore totale.
A completamento del servizio, quindi, La Compagnia di Urbino provvedeva all’esecuzione di un controllo fiscale nei confronti del soggetto qualificandosi, di fatto, come “evasore totale”, per aver omesso di dichiarare al fisco importi per oltre 500.000 euro
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