In libreria con Scholé testi inediti della celebre scienziata a cura di Paola Trabalzini
“Quando eravamo ragazzini, io, mia sorella e un mio amico spagnolo recitavamo in italiano parti della Divina Commedia […]. Ciò era frutto degli accurati insegnamenti di mia nonna su quel capolavoro che decise di spiegarci durante un inverno trascorso a Barcellona”, così Mario M. Montessori jr, nipote della grande pedagogista Maria Montessori – ricordando il lontano inverno ’32-’33. Nei mesi successivi – il 13 giugno ‘33 a Barcellona, e il 17 novembre dello stesso anno a Londra – durante i suoi corsi internazionali, la grande scienziata di Chiaravalle avrebbe poi descritto il modo in cui ragazzi dai 12 ai 14 anni, prima, e bambini di 10 anni poi, avevano affrontato il capolavoro dantesco, in particolare, alle prese con il canto XXXIII dell’Inferno.
Le versioni scritte delle due conferenze montessoriane, sin qui inedite, vengono ora pubblicate in anteprima mondiale – con testo inglese a fronte – nel volume titolo “Dante con i bambini” (Scholé, collana “Orso Blu”, pp. 172, euro 14) curato dalla docente di storia della pedagogia alla Lumsa di Roma Paola Trabalzini. Tra le massime esperte del pensiero montessoriano, la curatrice, osserva qui nella sua densa introduzione che se già nell’ ‘800 non mancavano testi per rendere il poema dell’Alighieri adatto alla comprensione dei bambini in età scolare e se già all’inizio del ‘900 fu posta la questione di come suscitare il loro interesse per la lettura del poema, Maria Montessori si distinse nella scelta di “versi dal forte contenuto emotivo, tra i più famosi dell’opera dantesca, ricchi di umanità”. Come quelli del commovente monologo del Conte Ugolino della Gherardesca, lasciato morire di fame con i suoi figli e nipoti, tutto costruito sulla dialettica dell’odio e della pietà. Si trattò dunque di un singolare “esperimento letterario” del quale diede notizia Maria Federici Agamben in due articoli del ‘33 e del ‘34 sulla rivista “Opera Montessori”, dal titolo “Dante e i bambini” e “La Divina Commedia nelle scuole elementari montessoriane” (riportati integralmente nell’appendice del volume e dove l’autrice racconta di essere stata presente, anche in casa Montessori, a questa singolare “iniziazione dei fanciulli allo studio della Divina Commedia”).
Quanto al metodo per far affrontare con entusiasmo questo studio in apparenza difficile anche ai più piccoli, è invece Mario Federici a spiegarlo in uno scritto (pure qui riportato in appendice) dove si segue l’evoluzione che porta l’”esperimento letterario” a “esperimento teatrale”. Suscitato l’interesse, premessa indispensabile, l’attività prevede la narrazione, la dettatura, la composizione dei versi con la scansione sillabica, la trascrizione delle terzine, la loro memorizzazione e la recitazione: il punto di arrivo è un vero e proprio “teatro dantesco”. Tutto da scoprire. Non è tutto perché Paola Trabalzini spiega qui con chiarezza un dato fondamentale. Ovvero come il percorso delineato arrivi a favorire l’autonoma riproduzione del processo creativo di Dante da parte dei ragazzi, che costruiscono in prima persona il tracciato della ricerca, nella quale si intrecciano processi emotivi e cognitivi. Insomma ancora una volta un “esperimento” che diventa “un modello educativo”.
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