Dieci anni fa ci lasciava Franco Pacini, scienziato e ricercatore di caratura mondiale, brillante, ed efficace divulgatore, docente e coordinatore in numerosi istituti italiani e stranieri, Accademico dei Lincei, Direttore dell’Osservatorio di Arcetri, primo ad intuire l’esistenza delle pulsar (stelle di neutroni), Presidente dell’Unione Astronomica Internazionale, autore di numerosi libri dedicati ai giovani e giovanissimi, Presidente del Consiglio dell’Osservatorio Europeo (ESO).
Ci piace immaginarlo mentre esplora l’asteroide 25601, a lui “assegnato” e mentre, da quella sede privilegiata, osserva l’Universo utilizzando il Large Binoculare Telescope, di Monte Graham, in Arizona, alla cui realizzazione (ed a quella dell’Osservatorio) egli collaborò in modo determinante.
Amico e collega di Margherita Hack, condusse con lei e con altri illustri studiosi (tra cui Piero Angela e Massimo Polidoro) numerose campagne informative contro la pseudoscienza, l’archeologia “spaziale” ed ogni forma di oscurantismo, partecipando a iniziative pubbliche, direttamente (come a Urbino) e in televisione, ma anche intervenendo negli atenei e nelle scuole, con il tono pacato, ironico e deciso che sempre lo contraddistinse. Più volte accolse l’invito di presidi e insegnanti per visite guidate al “centro” di Arcetri.
Fu molto legato a Urbino, dove compì gli studi superiori, frequentando il Liceo Classico “Raffaello” e dove tornava assiduamente, nella sua abitazione in Via Muzio Oddi, per brevi periodi di vacanza, per questioni accademiche per seguire i corsi ed i concerti della FIMA, cui prendevano parte alcuni suoi familiari.
Fu presente, nel 1998, alle manifestazioni per il XXX anniversario della prestigiosa istituzione musicale e, in particolare, alla Conferenza sul tema “Musica e Scienza”, con, tra gli altri, Frans Bruggen, Umberto Eco, Giancarlo Rostirolla, Carlo Bernardini e Renato Meucci,
Nel 2002 il Comune di Urbino gli conferì la cittadinanza onoraria.
Il suo magistero ed il parallelo suo concreto impegno sono ancora attualissimi, sia sul piano squisitamente “tecnico”, sia su quello civile e morale, specie in questa difficile temperie, connotata, come se non bastasse, da rigurgiti di buia superstizione, da forme ridicole di dotta ignoranza e perfino di violenza premeditata verso la scienza e la ragione.
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