“Sono stati eseguiti 89 interventi in emergenza dal Consorzio di bonifica delle Marche subito dopo la devastante alluvione che ha colpito Cantiano, Senigallia e tanti altri paesi dell’entroterra pesarese e anconetano nella tragica notte del 15 settembre scorso. Il Consorzio si è immediatamente attivato con i suoi tecnici e il giorno dopo era già operativo con uomini e mezzi per aiutare le popolazioni disastrate a liberarsi dal fango e dai resti della fiumana”.
Alle polemiche il presidente del Consorzio di bonifica, Claudio Netti, risponde con i fatti. E con i numeri, snocciolati con trasparenza in una conferenza stampa che si è svolta ieri mattina nella sala del consiglio comunale di Pesaro.
“I primi giorni abbiamo dato priorità alle famiglie – riprende Netti – liberando le strade e le vie d’accesso alle case. Poi ai ponti, per fare in modo che le acque defluissero regolarmente. Abbiamo lavorato giorno e notte per restituire un po’ di normalità alle persone stravolte da un evento così catastrofico. I giorni successivi siamo tornati ad occuparci della manutenzione del reticolo idrografico minore. Sono stati spesi oltre 703.612 euro, molti dei quali forse non saranno neanche recuperati dai fondi stanziati per l’emergenza, ma il Consorzio non ci ha pensato un attimo e non si è tirato indietro. Non solo, dopo la ricognizione dei tecnici che hanno monitorato con occhio esperto il territorio, sono stati programmati altri 64 interventi, alcuni dei quali molto importanti, il tutto per una spesa stimata di 4.886.578 euro”.
Alle polemiche il presidente del Consorzio di bonifica, Claudio Netti, risponde con i fatti. E con i numeri, snocciolati con trasparenza in una conferenza stampa che si è svolta ieri mattina nella sala del consiglio comunale di Pesaro.
“I primi giorni abbiamo dato priorità alle famiglie – riprende Netti – liberando le strade e le vie d’accesso alle case. Poi ai ponti, per fare in modo che le acque defluissero regolarmente. Abbiamo lavorato giorno e notte per restituire un po’ di normalità alle persone stravolte da un evento così catastrofico. I giorni successivi siamo tornati ad occuparci della manutenzione del reticolo idrografico minore. Sono stati spesi oltre 703.612 euro, molti dei quali forse non saranno neanche recuperati dai fondi stanziati per l’emergenza, ma il Consorzio non ci ha pensato un attimo e non si è tirato indietro. Non solo, dopo la ricognizione dei tecnici che hanno monitorato con occhio esperto il territorio, sono stati programmati altri 64 interventi, alcuni dei quali molto importanti, il tutto per una spesa stimata di 4.886.578 euro”.
“Chi ci accusa – incalza Netti – spesso non sa di cosa parla. C’è ancora tanta confusione sul ruolo e le funzioni del Consorzio, che è deputato ad occuparsi solo ed esclusivamente della manutenzione ordinaria dei corsi d’acqua minori. Con i soldi dei nostri contribuenti – precisa Netti – noi possiamo occuparci solo della rimozione della vegetazione caduta in alveo e, ove possibile, del risezionamento dei fossi interrati. Il resto, come i grandi fiumi, compete alla Regione, che però a sua volta deve attendere i finanziamenti Ministeriali. Certo – ammette Netti – questo ruolo ci sta stretto, soprattutto se penso a quello dei Consorzi nel resto d’Europa, che ho visitato personalmente. Adesso però – puntualizza il presidente del Consorzio – dopo l’alluvione, siamo stati nominati dalla Regione soggetti attuatori per la messa in sicurezza del reticolo idrografico minore. Questo ci consente di agire con più velocità. Se i soldi promessi dal Governo arrivassero domani, dopodomani potremmo già cantierare gli interventi, garantendo grande efficienza”.
Come intervenire per proteggere il nostro territorio dal dissesto idrogeologico? “Prima di tutto approvando la legge contro il consumo di suolo, che giace da due legislature in Parlamento – afferma Netti -. Funzionerebbe molto meglio di tante casse di espansione. Poi creando una rete di controllori idraulici addetti alla sorveglianza del territorio, pronti a dare l’allarme in caso di emergenza. Gli eventi sono sempre più estremi, e si ripetono frequentemente. Vorrei ricordare che a Cantiano in poche ore sono caduti oltre 400 mm di pioggia (ad Ischia sono stati 100), un evento straordinario che non possiamo escludere possa ripetersi in altri luoghi”.
Come intervenire per proteggere il nostro territorio dal dissesto idrogeologico? “Prima di tutto approvando la legge contro il consumo di suolo, che giace da due legislature in Parlamento – afferma Netti -. Funzionerebbe molto meglio di tante casse di espansione. Poi creando una rete di controllori idraulici addetti alla sorveglianza del territorio, pronti a dare l’allarme in caso di emergenza. Gli eventi sono sempre più estremi, e si ripetono frequentemente. Vorrei ricordare che a Cantiano in poche ore sono caduti oltre 400 mm di pioggia (ad Ischia sono stati 100), un evento straordinario che non possiamo escludere possa ripetersi in altri luoghi”.
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