“Oltre il cinquanta per cento delle aziende della nostra provincia, pur avendone diritto, non hanno chiesto finora il credito d’imposta per i consumi di energia elettrica e gas: considerato l’aumento abnorme delle bollette, non approfittare in modo corretto di questo bonus previsto dal governo significa penalizzare ulteriormente i bilanci delle imprese”.
Così il direttore di Confindustria Pesaro Urbino, Andrea Baroni, a proposito di una misura “che non è strutturale, come ci saremmo augurati, ma della quale è bene approfittare perché è una compensazione a tempo e che viene incontro agli imprenditori, tanto più dopo l’incremento del credito messo in atto dalla manovra
approvata nelle scorse settimane”.
Il bonus è rivolto esclusivamente alle attività economiche (quindi con partita IVA), con utenze di potenza superiore o uguale a 16,5 kw, poi ridotta a 4,5 kw dal quarto trimestre 2022. È attivabile qualora il costo dell’energia (materia prima) sostenuto dall’azienda nel corso del 2022 sia superiore del 30% rispetto al medesimo periodo dell’annualità 2019. Il beneficio coincide con un 15% per il 2’ trimestre 2022 (prescritto) e terzo trimestre 2022 e con un 30% per il quarto trimestre 2022, portato a 35% per il primo trimestre 2023. Il credito d’imposta si può chiedere anche per il gas metano, con benefici addirittura superiori: 25% per il secondo trimestre (prescritto) e terzo trimestre 2022; 40% per il quarto trimestre 2022 e 45% per il primo trimestre 2023. Ulteriori vantaggi sono previsti per imprese classificate come energivore e gasivore. Termine per la richiesta delle agevolazioni (dal 3 trimestre 2022 in avanti), detraibili tramite F24, il mese di settembre 2023.
Per effettuare il calcolo del rimborso dovuto, il Decreto Aiuti e Aiuti bis hanno stabilito che, qualora l’impresa destinataria del contributo nei primi tre trimestri del 2022 si rifornisca di energia elettrica o di gas naturale dallo stesso venditore da cui si riforniva nel primo trimestre dell’anno 2019, la società che emette la bolletta, entro 60 giorni dalla scadenza del periodo per il quale spetta il credito d’imposta, dovrà inviare al proprio cliente, su sua richiesta, una comunicazione nella quale
è riportato il calcolo dell’incremento di costo della componente energetica e l’ammontare della detrazione spettante per il secondo trimestre del 2022. In caso contrario conviene rivolgersi ad un esperto del settore energetico.
“Purtroppo, siamo in un campo particolarmente complesso – conclude Baroni – e non è facile ipotizzare semplificazioni. I prodotti energetici, più di qualsiasi altra materia prima, sono il crocevia di interessi pubblici e privati relativi al trasporto, alla distribuzione, alle accise, all’IVA ai bonus sociali e per finire alla raccolta del canone RAI. L’energia è un mercato che vale nel nostro paese oltre 100 miliardi di euro (in questi periodi molto di più, ndr.) e dall’energia tutti traggono un profitto
o una tassa per i loro bilanci”.
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