Si rivolge a quell’acqua che a maggio scorso, con l’alluvione, ha avvolto di paura e danni la città. Si rivolge anche e soprattutto ai pesaresi, che tanto hanno saputo dare nei momenti dell’emergenza e in quelli a seguire, dimostrando un senso di solidarietà da non dimenticare, da tramandare e rinsaldare. Da ieri Pesaro ha una sua protettrice postmoderna: la “Madonna dell’alluvione” realizzata da Alessandro Baronciani nel piccolo stabile di proprietà comunale collocato tra via Trinelli e via Belgioioso che l’Amministrazione ha consegnato come “tela” all’artista pesarese che ne aveva fatto richiesta.
«Siamo molto felici di aver ricevuto la proposta di Baronciani per la realizzazione di questa opera d’arte – spiegano gli assessori Daniele Vimini, Camilla Murgia ed Enzo Belloni -. Una madonna laica, la “Madonna dell’alluvione” che ci ricorda le ore terribili di maggio scorso ma anche la solidarietà e la catena umana che si è sviluppata. Pesaro è una città gentile, in cui chi ha bisogno chiede e chi può aiuta, come la madonnina invita a fare».
“A chi aiuta, a chi chiede aiuto” si legge nel corpo della donna dell’artista, a conferma del messaggio che porta con sé l’affissione: «Dopo l’alluvione ho sentito il bisogno di quest’opera: una madonna laica a protezione dei pesaresi, che ha un po’ il ruolo che avevano le edicole votive che si collocavano vicino alle zone in cui c’era un forte pericolo per la comunità. Ne ho fatto una rappresentazione in chiave postmoderna realizzata con l’affissione su un muro, posto a pochi metri dal torrente che è esondato allagando case, vie e piazze il 16 maggio. È anche un omaggio a tutti coloro che hanno chiesto aiuto e a tutti coloro che hanno aiutato. Sono stati numerosi, è stato davvero bello vedere il potere della solidarietà, che credo sia l’elemento con cui si riconosce un territorio».
Ma anche un valore da custodire e tramandare, come ricorda anche il materiale scelto da Baronciani per il manifesto stampato su carta di 2,3×1,9metri e incollato con colla di farina ecosostenibile: «Per la “Madonna dell’alluvione” ho usato della carta e l’ho affissa sul muro, un po’ come si faceva con i manifesti del circo. Volevo non ci fosse un effetto duraturo e in questo senso l’opera è un avvertimento a ricordare che la solidarietà è un valore che potrebbe logorarsi come la carta; bisogna averne cura ed esercitarlo».
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