“Urbino è ufficialmente capoluogo, un risultato storico a cui sono onorato d’aver contribuito ma che è stato reso possibile dalla sensibilità istituzionale del governo Meloni, dal sostegno del presidente Acquaroli e dalla determinazione del sindaco Gambini. Un risultato che arriva 164 anni dopo quel decreto, del 22 dicembre 1860, che riconosceva la provincia di Pesaro e Urbino. Solo oggi però tale riconoscimento trova piena dignità nell’ordinamento giuridico”. Così il deputato di Fratelli d’Italia, Antonio Baldelli, commenta l’approvazione in Consiglio dei Ministri del decreto elezioni che all’articolo 3 del stabilisce che “nelle province la cui denominazione è composta dal nome di più comuni, il capoluogo è individuato in ciascuno dei comuni stessi”.
“Viene inoltre disciplinato anche il sistema elettorale con cui gli urbinati sceglieranno sindaco e consiglio comunale – spiega Baldelli – Si applica lo stesso sistema dei comuni con popolazione superiore a 15mila abitanti: il consiglio è eletto con metodo proporzionale; il sindaco con turno di ballottaggio se nessun candidato ha ottenuto la maggioranza assoluta al primo turno”.
“Con l’approvazione del decreto – continua il deputato marchigiano – naufragano miseramente accuse e polemiche strumentali di quella sinistra che ha occupato posti di governo nazionali e regionali per decenni ma che nulla ha fatto per Urbino capoluogo. Fino a pochi giorni fa abbiamo persino letto insinuazioni a proposito di uno scambio fra il riconoscimento di Urbino capoluogo con il terzo mandato al sindaco Gambini. Ironia della sorte – chiosa il deputato di Fratelli d’Italia – il governo ha introdotto il terzo mandato per tutti i comuni sotto 15mila abitanti insieme alla legge che riconosce lo status di capoluogo per la città patrimonio dell’umanità”.
“Ritengo infine doveroso un pensiero di gratitudine al dottor Paolo Cigliola, il quale, al tempo presidente del Tribunale urbinate, chiese con lungimiranza l’intervento della Corte costituzionale che, in una sentenza del 2013 – conclude Baldelli – affermò che Urbino aveva diritto ad essere riconosciuto capoluogo”.
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