Venerdì 24 ottobre, fino a domenica 26 il Teatro Rossini di Pesaro ospita con Re Learil primo appuntamento della Stagione di Prosa promossa dal Comune e dall’AMAT e realizzata con il contributo della Regione Marche e del Ministero per i beni e le attività culturali e del turismo accolta dal pubblico in maniera entusiasta con un incremento di abbonamenti (in totale 1526) di circa il 40% rispetto allo scorso anno. “Un grande risultato – afferma Daniele Vimini Assessore alla Bellezza del Comune di Pesaro – che migliora il già straordinario incremento della scorsa stagione. Il lavoro di squadra paga, grazie alle professionalità che lavorano alla stagione teatrale. A breve, dopo la prosa e la danza, presenteremo anche una vera e propria stagione musicale, coordinando la comunicazione degli eventi e l’offerta musicale nel suo insieme”.

In scena per questa apertura di stagione c’è un grande maestro, Michele Placido che veste i panni di Re Lear di Shakespeare nell’omonimo spettacolo del quale firma anche la regia in collaborazione con Francesco Manetti.

Forse solo Amleto, fra le opere dell’imponente creazione di Shakespeare, è stato quanto Re Lear argomento di una vasta letteratura critica. In comune hanno la grandezza psicologica del personaggio protagonista, che richiede un interprete di grande levatura e continuano a scuoterci nelle pieghe più intime della nostra coscienza.

Abbiamo modo di sperimentarlo ancora una volta ora che Michele Placido ne dà una sua interpretazione al Teatro Persiani. Re Lear esplora la natura stessa dell’esistenza umana: l’amore e il dovere, il potere e la perdita, il bene e il male, racconta della fine di un mondo, il crollo di tutte le certezze di un’epoca, lo sgomento dell’essere umano di fronte all’imperscrutabilità delle leggi dell’universo.

“Il palcoscenico in cui si muovono i nostri personaggi – si legge nelle note di regia – è la distruzione del mondo. La storia di Lear è la storia dell’uomo, la storia di civiltà che si credono eterne ma che fondano il loro potere su resti di altri poteri, in un continuo girotondo di catastrofi e ricostruzioni, di macerie costruite su macerie. Che cosa ha dunque senso in questa tragedia? Quale speranza possiamo trarre? Forse proprio la conoscenza, quella consapevolezza di che cosa sia l’uomo di fronte all’universo, raggiunta attraverso un percorso di spoliazione in cui l’amore e la solidarietà si mostrano nella loro essenza terribilmente umana. Per dirla con Pascal: “l’uomo è solo una canna, la più fragile della natura; ma una canna che pensa. Non occorre che l’universo intero si armi per annientarlo: un vapore, una goccia d’acqua bastano a ucciderlo. Ma quand’anche l’universo intero lo schiacciasse, l’uomo sarebbe sempre più nobile di quel che lo uccide, perché sa di morire, e conosce la superiorità che l’universo ha su di lui; mentre l’universo non ne sa nulla.” Forse solo a questo, ad aiutare la creazione di questa consapevolezza, mira tutto l’opera di Shakespeare, a patto però che gli spettatori non dimentichino mai di trovarsi a teatro, che non cadano nell’illusione di un altro mondo, che sempre vedano il muro dietro la scena di cartone.”

Le scene – dello spettacolo prodotto da Ghione Produzioni e Goldenart Production in collaborazione con Estate Teatrale Veronese – sono di Carmelo Giammello, i costumi di Daniele Gelsi e il disegno luci di Giuseppe Filipponio. Una nutrita compagnia di attori affianca Placido nell’interpretazione: Gigi Angelillo, Francesco Bonomo, Federica Vincenti, Francesco Biscione, Giulio Forges Davanzati, Peppe Bisogno, bBrenno Placido, Alessandro Parise, Marta Nuti, Maria Chiara Augenti, Mauro Racanati, Bernardo Bruno, Gerardo D’Angelo.

Per informazioni: biglietteria del Teatro Rossini 0721 387621, Teatro Rossini 0721 387620, www.pesarocultura.it, teatri@comune.pesaro.pu.it, www.amatmarche.net.

Inizio spettacolo: venerdì e sabato ore 21, domenica ore 17.

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