“Le Marche stanno facendo la propria parte nella ricostruzione, consapevoli del fatto che le difficoltà incontrate sono state superate e che l’andamento degli interventi ora segnala numeri oltre la media. Di questo va dato atto al commissario straordinario e al Governo tutto perché la filiera istituzionale ha lavorato bene e i risultati stanno arrivando”. Lo ha affermato il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli, vice commissario alla ricostruzione, intervenendo, presso la sede storica di Palazzo Chigi, a Roma, alla conferenza stampa di presentazione della Relazione sullo stato di attuazione della ricostruzione del sisma 2016 in Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria. “Va ricordato che la coincidenza temporale tra pandemia, superbonus edilizi, adempimenti del Pnrr, rincaro dei prezzi, ha rappresentato una variabile negativa per il corretto e rapido andamento della ricostruzione – ha evidenziato Acquaroli – Ora dobbiamo accelerare ancora di più per recuperare il tempo perduto, perché la necessità di aprire nuovi cantieri pubblici e privati è fondamentale per consentire il rientro nelle abitazioni e la rigenerazione economica e sociale dei territori devastati dal sisma”.
Il presidente ha rimarcato che, grazie all’azione del governo centrale, “sono state superate criticità oggettive che non erano solo materiali. L’attenzione rivolta a queste popolazioni non è stata solamente di natura burocratica, ma di impostazione strategica per garantire servizi essenziali, a partire da quelli scolastici. Ora c’è bisogno di offrire segnali tangibili di cantieri che partono. Quella Rete Rossa dei cantieri che visivamente offre un’immagine di ripartenza, ben sapendo che ricostruire i nostri borghi è complesso. Ma abbiamo l’esempio di Arquata del Tronto, il cui piano di ricostruzione offre risposte scientifiche interessanti anche a livello internazionale”. Acquaroli ha concluso il suo intervento affermando che “continueremo a lavorare al massimo per stare vicino a queste comunità e per garantire loro non solo un rientro nelle abitazioni e nei loro luoghi prima possibile, ma per assicurare una prospettiva solida e forte di rigenerazione di questi territori che non sono solo importanti per loro stessi ma indispensabili per l’Italia intera”.
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