maurizio gambiniUrbino, 12 dicembre 2015 – «La decisione del Tar ci ha colto tutti di sorpresa, mentre la macchina del referendum era in pieno lavoro». E’ il commento dei sindaci di Urbino, Maurizio Gambini, e di Tavoleto, Nello Gresta, all’indomani della sospensione del referendum per la fusione per incorporazione dei due Comuni.

Tra urbinati e tavoletani c’è grande sconcerto in queste ore. «Nella riunione di ieri sera – racconta Gambini –  nessuno ci ha detto che abbiamo sbagliato, anzi ci hanno sostenuto e abbiamo condiviso le perplessità sulla vicenda del Tar. Abbiamo girato tutte le frazioni e in tutti gli incontri abbiamo riscontrato l’accordo dei cittadini». «A Tavoleto – spiega Gresta – nessuno ha gioito, neanche chi aveva sempre espresso perplessità, anzi ho ricevuto molti messaggi e telefonate di vicinanza e di incredulità. Per Tavoleto la situazione resta molto complicata e il rischio è il commissariamento, a questo si aggiunge la preoccupazione per la gestione della fase che ci traghetterà fino all’udienza del 18 marzo 2016, infatti in caso di commissariamento i cittadini vedranno sfumare la possibilità di esprimere direttamente la loro volontà sull’operazione di fusione per incorporazione, un diritto che tutti avrebbero voluto esercitare con il referendum di domani».

tavoleto fusione1I sindaci precisano di essersi attenuti scrupolosamente alle procedure indicate dalla Regione, che aveva anche ricevuto dal Ministero competente una nota in cui si confermava la correttezza della procedura: «Da parte del presidente della Regione, Luca Ceriscioli, abbiamo avuto il pieno appoggio nel portare avanti questa operazione, visto anche che la linea indicata dal governo va verso l’accorpamento dei piccoli Comuni. Il Tar ci dice, in via cautelativa, che la procedura va verificata in modo più approfondito, ritenendo “seppur a un primo esame”, che “le censure contenute in ricorso non appaiono destituite di fondamento”, ma questo non vuol dire che la procedura portata avanti finora sia stata giudicata illegittima». «Gli sforzi fatti finora – continuano – ci sembrano essere andati nella giusta direzione, in linea con ciò che le norme consentono. Non intendiamo perdere l’occasione offerta dalla legge Delrio, che ha il solo scopo di semplificare, e non di modificare nella sostanza, le procedure rispetto alle norme precedenti. Crediamo che il percorso che abbiamo intrapreso sia stato più democratico e partecipativo, perché abbiamo aperto ai nostri territori una possibilità sulla quale potevano decidere in modo libero e cosciente, dopo essere stati adeguatamente informati». «Noi andiamo avanti. Faremo riscorso al Consiglio di Stato, perché non vogliamo che questa sospensione faccia perdere ai nostri cittadini finanziamenti importanti per il futuro. Da subito ci attiveremo per indire un referendum comunale e riattivare immediatamente il processo per cercare di bruciare le tappe, al fine di diminuire il rischio di perdere opportunità e risorse che oggi le normative consentono, sempre nel caso in cui i cittadini esprimano questa volontà». I sindaci rilanciano: «Il nostro obiettivo è ricominciare da dove ci hanno fermato, indire il referendum entro gennaio».

Previous post

Gloria in excelsis Deo, Vittorio Sgarbi inaugura la mostra di Ilario Fioravanti

Next post

Scaramucci dalla Leopolda: sulla fusione esordienti allo sbaraglio

No Comment

Leave a reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.